Alluvione 2009, citati in giudizio i comuni, la Regione e la Protezione Civile

Alluvione 2009, citati in giudizio i comuni, la Regione e la Protezione Civile

Alessandra Serio

Alluvione 2009, citati in giudizio i comuni, la Regione e la Protezione Civile

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mercoledì 16 Ottobre 2013 - 13:52

I comuni di Messina e Scaletta Zanclea saranno responsabili civili al processo per i 37 morti e gli ingenti danni causati dalla bomba d'acqua di cinque anni fa. Ammessi come parti civili i familiari delle vittime, i danneggiati, le associazioni ambientaliste Legambiente e WWF. Al processo, nell'ordinanza del giudice Zumbo, anche due "chicce".

I comuni di Messina e Scaletta Zanclea, la Regione Siciliana e la Presidenza del Consiglio, per il Dipartimento della Protezione Civile, sono stati chiamati quali responsabili civili per il disastro seguito all'alluvione di Giampilieri del 2009. E' la decisione del giudice Eliana Zumbo che sta conducendo il processo a sindaci, funzionari e tecnici alla sbarra per la tragica sciagura che costò 37 morti. La novità è emersa nel corso dell'udienza di stamani: sciogliendo la riserva adottata alla scorsa udienza, il giudice ha emesso un'articolata ordinanza di 40 pagine con la quale passa in rassegna diverse questioni. Tra le principali, quella relativa alla citazione dei due comuni. Poi l'ammissione di gran parte delle parti civili: i familiari più stretti delle vittime, i proprietari di beni danneggiati. Per questo ultimo profilo, il giudice ha spiegato che i danni documentati sono soprattutto quelli censiti dalle ordinanze adottate dai sindaci all'indomani dell'alluvione. Larga la tutela dei familiari delle vittime: tra quelli che hanno fatto richiesta, sono ammessi tutti quelli che hanno un rapporto di parentela, anche non conviventi. Infine le associazioni: sì a WWF e Legambiente, no al Codacons, ma per un problema procedurale. In linea teorica, spiega la dottoressa Zumbo,l'associazione Consumatori è legittimata. Sospesa la richiesta del Consorzio autostrade: se l'Ente ha effettivamente riportato danni, spiega il giudice, è da valutare durante il corso del processo. Si va avanti, quindi, con il dibattimento che servirà a capire se i 15 imputati hanno responsabilità nelle enormi conseguenze della bomba d'acqua che nella notte tra il 31 ottobre e il 1 novembre di cinque anni fa ha distrutto i piccoli centri della costa jonica messinese, trascinando nel fango case, strade, e la vita di 37 persone. Alla sbarra, tra gli altri, l'ex sindaco di Messina e l'ex commissario straordinario, Giuseppe Buzzanca e Gaspare Sinatra; il primo cittadino di Scaletta Zanclea, Mario Briguglio, l'allora capo della Protezione Civile regionale, Salvatore Cocina. Infine due "note di colore" estrapolate dall'ordinanza odierna del giudice Zumbo. Il magistrato ha dovuto dibattere della richiesta di una delle parti civili di citare Luigi Croce, ex procuratore capo di Messina, poi Commissario straordinario del Comune, che al momento dell'alluvione non ricopriva alcuna carica di governo. Chissà perché, e chissà quali, la signora in questione e il suo legale ravvisavano responsabilità in Croce. Ammessa invece la costituzione di parte civile di Giuseppe Rodi, noto per le sue battaglie anti – Buzzanca, residente in quelle zone. Rodi l'aveva avanzata in almeno tre vesti: come responsabile di una associazione che il giudice non ha però trovato da nessuna parte, non ne ha trovato neppure lo statuto; come responsabile di un'altra società e personalmente. Alla fine il giudice lo ammette, facendo leva sulle questioni procedurali che comunque gli danno ragione e sulle precedenti decisioni dei giudici, durante l'iter giuridico del caso.

Alessandra Serio

Un commento

  1. ‘Nuncintedda!! Resisti figghitta. Bedda! A cuppa non ie’ ttoi, ma di ggenti chi ssunnu nvidiusi. Tu facivi u beni ddi genti! Brava genti siti, tu è to maritu! Timorati diddiu!!

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