I giudici hanno disposto il non doversi procedere di quasi tutti i residenti tra Giampilieri e Scaletta accusati di aver usufruito senza diritto dei rimborsi per i disagi causati dalla disgrazia.
Si chiude con una sola condanna lieve e il non doversi procedere per tutti gli altri imputati, in tutto alla sbarra c'erano 47 persone, il processo per i presunti falsi sfollati dell'alluvione che nel 2009 travolse Giampieri, Scaletta e Itala, causando 37 morti.
Ieri sera la II sezione del Tribunale di Messina (presidente Samperi) ha condannato ad 8 mesi Nicola Santamaria (pena sospesa e non menzione), hanno dichiarato il non doversi procedere per i cinque imputati nel frattempo deceduto, e il non doversi procedere perché il fatto non sussiste o non costituisce reato per tutti gli altri imputati. Insomma, ad eccezione di un solo episodio (relativo ad un solo anno di contributi), il processo chiuso ieri secondo i giudici non avebbe mai dovuto essere celebrato.
L'indagine era partita qualche anno dopo l'alluvione e nizialmente gli indagati erano 77. Furono centinaia i residenti che dovettero abbandonare la loro abitazione perché inagibile e per loro attraverso un'ordinanza di Protezione Civile il Governo stanziò un aiuto di circa 450 euro mensili per coprire i costi di affitti e altre necessita'.
Secondo l’inchiesta della Procura, peró, molte famiglie intascarono gli assegni, pur continuando a vivere nelle vecchie abitazioni. A indicarlo ci sarebbero i consumi di acqua e luce, che continuarono regolarmente dopo l’ordinanza di sgombero. Gli accertamenti erano stati delegati ai Carabinieri.
Lo scorso gennaio l'Accusa aveva sollecitato ai guidici 47 condanne e l'assoluzione per i due comandanti della Polizia Municipale di entrambi i comuni, Letterio Alì di Scaletta e Giuseppe Trimarchi di Itala; per Salvatore Calabrò, responsabile dell’ufficio tecnico di Scaletta e Giovanni Cuppari, capoufficio tecnico di Itala, accusati di omissione in atti d’ufficio.
Alessandra Serio