Bancarotta fraduolenta ed estorsione le accuse più pesanti per l'imprenditore di Gioiosa Marea. L'inchiesta è della Direzione distrettuale di Roma e riguarda il Consorzio Aedars e le collegate FraCla e Opere. Altri 14 gli indagati
Nuovi guai giudiziari per Pietro Mollica, uno dei fratelli di Gioiosa Marea fondatori di un impero costruttrice e protagonisti dell’inizio della prima Tangentopoli. I finanzieri del Comando provinciale di Roma hanno arrestato l’imprenditore cinquantaquattrenne ed hanno sequestrato beni e conti correnti per un valore complessivo stimato in 108 milioni di euro. Altri 14 gli indagati.
L'operazione, battezzata "Variante inattesa" – coordinata dalla Direzione distrettuale Antimafia di Roma, ha svelato una serie di operazioni economiche che secondo il Nucleo di Polizia Tributaria delle Fiamme Gialle sono servite a nascondere un crack pilotato. Bancarotta fraudolenta per distrazione aggravata, estorsione ed interposizione fittizia i reati contestati. Al centro degli accertamenti c’è il Consorzio Aedars Scarl di Roma che nel decennio scorso si è aggiudicato una serie di importanti appalti pubblici tra cui spiccano le commesse – ancora in fase di esecuzione – indette dall'ufficio del commissario straordinario delegato per il rischio idrogeologico nella Regione Calabria, dall'Adr – Aeroporti di Roma spa, dall'Anas Spa – Sicilia, dalla Regione Sardegna, dalla Provincia di Reggio Calabria, dalla Provincia di Siracusa, dal Comune di Sessa Aurunca (CE), dal Comune di Rosarno (RC) e dal Comune di Ciampino (RM), con un valore attuale degli appalti già vinti pari ad oltre 118 milioni di euro.
Secondo i finanzieri fa capo a Mollica anche le sigla Fracla spa (già Fracla srl), sempre con sede a Roma, e Operae srl di Venezia, aziende peraltro consorziate alla Aedars ed anch'esse attive negli appalti pubblici; tutte, secondo ipotesi d'accusa, strumentalmente utilizzate per porre in essere illecite condotte riferibili a fatti di bancarotta concordataria fraudolenta per distrazione aggravata. L’ipotesi è che Pietro Tindaro Mollica abbia utilizzato altri soggetti e sigle diverse per non comparire direttamente, visti i precedenti guai giudiziari.
Il gruppo negli anni è stato colpito da interdittive antimafia, è stato sotto processo a Reggio Calabria proprio per sospetti legami mafiosi – procedimento poi concluso con una sostanziale assoluzione. Ancora, recentemente i fratelli Mollica sono stati condannati anche in appello a Messina per la bancarotta fraudolenta dell’impresa madre, la Siaf.
Sotto chiave sono finiti : il 75% del fondo consortile, l’intero complesso aziendale e tutti i beni del Consorzio stabile Aedars di Roma (composto, allo stato, da 5 partecipazioni societarie, due unità immobiliari site in Patti, cinque auto/motoveicoli, contratti in essere con le stazioni pubbliche appaltanti, pari a euro 117.286.835,00); capitale sociale, intero complesso aziendale e tutti i beni della Fracla spa di Roma (composto, allo stato, da 2 partecipazioni societarie e 8 unità immobiliari, site a Piraino e Varese); capitale sociale, intero complesso aziendale e tutti i beni della Operae srl di Venezia (composto, allo stato, da 2 unità immobiliari site a Brolo, 2 partecipazioni societarie, contratti in essere con le stazioni pubbliche appaltanti, pari a euro 1.052.881,00.
Oggi sono scattate inoltre 24 perquisizioni tra Lazio, Sicilia e Veneto nei confronti di 14 indagati e delle aziende destinatarie dei provvedimenti di sequestro, con contestuale notifica delle informazioni di garanzia.