Appalti, in manette Pietro Mollica. Sequestrati beni per 108 milioni di euro

Appalti, in manette Pietro Mollica. Sequestrati beni per 108 milioni di euro

Alessandra Serio

Appalti, in manette Pietro Mollica. Sequestrati beni per 108 milioni di euro

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martedì 10 Marzo 2015 - 16:59

Bancarotta fraduolenta ed estorsione le accuse più pesanti per l'imprenditore di Gioiosa Marea. L'inchiesta è della Direzione distrettuale di Roma e riguarda il Consorzio Aedars e le collegate FraCla e Opere. Altri 14 gli indagati

Nuovi guai giudiziari per Pietro Mollica, uno dei fratelli di Gioiosa Marea fondatori di un impero costruttrice e protagonisti dell’inizio della prima Tangentopoli. I finanzieri del Comando provinciale di Roma hanno arrestato l’imprenditore cinquantaquattrenne ed hanno sequestrato beni e conti correnti per un valore complessivo stimato in 108 milioni di euro. Altri 14 gli indagati.

L'operazione, battezzata "Variante inattesa" – coordinata dalla Direzione distrettuale Antimafia di Roma, ha svelato una serie di operazioni economiche che secondo il Nucleo di Polizia Tributaria delle Fiamme Gialle sono servite a nascondere un crack pilotato. Bancarotta fraudolenta per distrazione aggravata, estorsione ed interposizione fittizia i reati contestati. Al centro degli accertamenti c’è il Consorzio Aedars Scarl di Roma che nel decennio scorso si è aggiudicato una serie di importanti appalti pubblici tra cui spiccano le commesse – ancora in fase di esecuzione – indette dall'ufficio del commissario straordinario delegato per il rischio idrogeologico nella Regione Calabria, dall'Adr – Aeroporti di Roma spa, dall'Anas Spa – Sicilia, dalla Regione Sardegna, dalla Provincia di Reggio Calabria, dalla Provincia di Siracusa, dal Comune di Sessa Aurunca (CE), dal Comune di Rosarno (RC) e dal Comune di Ciampino (RM), con un valore attuale degli appalti già vinti pari ad oltre 118 milioni di euro.

Secondo i finanzieri fa capo a Mollica anche le sigla Fracla spa (già Fracla srl), sempre con sede a Roma, e Operae srl di Venezia, aziende peraltro consorziate alla Aedars ed anch'esse attive negli appalti pubblici; tutte, secondo ipotesi d'accusa, strumentalmente utilizzate per porre in essere illecite condotte riferibili a fatti di bancarotta concordataria fraudolenta per distrazione aggravata. L’ipotesi è che Pietro Tindaro Mollica abbia utilizzato altri soggetti e sigle diverse per non comparire direttamente, visti i precedenti guai giudiziari.

Il gruppo negli anni è stato colpito da interdittive antimafia, è stato sotto processo a Reggio Calabria proprio per sospetti legami mafiosi – procedimento poi concluso con una sostanziale assoluzione. Ancora, recentemente i fratelli Mollica sono stati condannati anche in appello a Messina per la bancarotta fraudolenta dell’impresa madre, la Siaf.

Sotto chiave sono finiti : il 75% del fondo consortile, l’intero complesso aziendale e tutti i beni del Consorzio stabile Aedars di Roma (composto, allo stato, da 5 partecipazioni societarie, due unità immobiliari site in Patti, cinque auto/motoveicoli, contratti in essere con le stazioni pubbliche appaltanti, pari a euro 117.286.835,00); capitale sociale, intero complesso aziendale e tutti i beni della Fracla spa di Roma (composto, allo stato, da 2 partecipazioni societarie e 8 unità immobiliari, site a Piraino e Varese); capitale sociale, intero complesso aziendale e tutti i beni della Operae srl di Venezia (composto, allo stato, da 2 unità immobiliari site a Brolo, 2 partecipazioni societarie, contratti in essere con le stazioni pubbliche appaltanti, pari a euro 1.052.881,00.

Oggi sono scattate inoltre 24 perquisizioni tra Lazio, Sicilia e Veneto nei confronti di 14 indagati e delle aziende destinatarie dei provvedimenti di sequestro, con contestuale notifica delle informazioni di garanzia.

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