Il vaso di Pandora è aperto
Da poche ore si fa strada, e scusate il gioco di parole, l’ipotesi di Gino Strada per “sistemare” la situazione della sanità calabrese. Tra scandali, scoop e rivelazioni scioccanti la realtà, però, non cambia: la Calabria non ha “adeguato” la situazione per affrontare la seconda ondata di coronavirus. E mentre alla velocità della luce si passa da “non sapevo di doverlo fare io” a “è stato fatto, l’ho fatto io!” il piano covid continua a restare solo un “piano teorico”. Un piano stilato lo scorso giugno che dettagliatamente descrive cosa serve, quanto, dove e come, ma che di fatto non diventa mai operativo. Un piano “assente” che ci costringe alla Zona Rossa.
E adesso basta
L’evidente panico, lo stato confusionale del commissario straordinario, generale Cotticelli – palese sia nell’intervista per il programma Titolo V, sia nella partecipazione di ieri sera a Non è l’Arena – confondono ancora di più le acque già torbide di una sanità commissariata da oltre 11 anni. Un commissariamento che adesso tutta la Calabria non accetta più. E lo fanno i sindaci con il loro documento unico presentato al prefetto. Lo urlano i calabresi stanchi di “subire”.
Vaso di Pandora
“Morto un papa se ne fa un altro”, però e allora a poche ore dall’intervista che scoperchia il vaso di Pandora il generale Cotticelli “viene invitato” dal governo a lasciare il ruolo. Per essere subito sostituito dal dottore Zuccatelli, che ironia della sorte continua il nostro gioco di parole. Nomina che non viene “abbracciata” felicemente dai calabresi e da quasi tutti gli schieramenti politici. E allora fioccano i comunicati stampa, le “urla”, la stanchezza che si trasforma in disperazione. Si perché, gli spettacoli indecorosi che da venerdì scorso sono al centro dell’informazione umiliano, mortificano.
Troppe domande
“Spezzano” ancora una volta le gambe, le braccia e le menti dei Calabresi stressati, massacrati da questi 11 anni in cui sono stati costretti al turismo sanitario, ad affrontare spese importanti per curarsi, in cui si sono fatti mille domande. Alle quali oggi se ne aggiungono altre. Che fine hanno fatto gli 86 milioni che dovevano servire ad incrementare i posti di terapia intensiva, i centri anti covid, le assunzioni? Perché subire “senza colpa” la zona rossa? E quando si finirà di giocare sulla nostra pelle? Con l’unica eccezione che stavolta la gente di questa terra non avrà più voglia di aspettare molto.
Immagine gentilmente prestata dal vignettista satirico Tiziano Riverso