L’esponente della giunta Lombardo attacca il sindaco e l’istituzione che rappresenta: «Comune inadempiente dal 1995 sul cofinanziamento al Teatro»
Il Teatro Vittorio Emanuele ha deciso di sospendere l’attività a causa dei tagli regionali, che hanno letteralmente prosciugato le casse dell’Ente. La città subisce un nuovo torto e la politica che fa? Quello che gli riesce meglio, litigare. E così, in uno dei giorni più tristi per Messina, anche per tutti i risvolti che avrà il blocco degli spettacoli in programma al Vittorio Emanuele, registriamo sull’argomento un nuovo scontro, mediatico, tra l’assessore regionale al Turismo, Sport e Spettacolo Daniele Tranchida ed il sindaco Giuseppe Buzzanca. E’ l’esponente della giunta Lombardo ad attaccare il primo cittadino.
«Apprendo – si legge in un comunicato – della volontà del sindaco Giuseppe Buzzanca di presiedere e partecipare alla riunione del Consiglio di amministrazione dell’ente teatro previsto per domani martedì 29 maggio. Rientra nelle sue prerogative, ma risulta davvero singolare che chi rappresenta il Comune di Messina, cioè l’ente che dal momento in cui è stato istituito il teatro, nel 1995, non ha mai adempiuto a quanto previsto dalla legge regionale 4, cioè il cofinanziamento, adesso si voglia ergere a salvatore della patria».
«Non si capisce per quale motivo il comune che ha l’obbligo di cofinanziare il teatro – insiste Tranchida – non lo abbia mai fatto. E soprattutto non si comprende perché nessuno gli abbia mai chiesto conto e ragione di questa inadempienza. Come non si capisce- aggiunge Tranchida- il motivo per il quale l’ente teatro non abbia mai chiesto i fondi ministeriali per lo spettacolo di cui usufruiscono altri teatri siciliani. Tutto questo mentre la Regione ha sempre erogato l’annuale contributo a beneficio sia del personale sia degli spettacoli. Quei soldi- chiarisce l’amministratore- sono serviti, persino, a saldare il contenzioso generato da dipendenti adibiti a mansioni superiori».
Tranchida, poi, fornisce altri particolari rispetto all’impegno del Comune e degli altri enti. «Nella legge istitutiva dell’ente teatro Vittorio Emanuele viene previsto che il Comune nomini tre membri del consiglio di amministrazione più il presidente, la Provincia nomini due componenti e la Regione uno soltanto. Dunque il Comune e la Provincia hanno, di fatto, il controllo del teatro mentre alla regione è sempre spettata la verifica sui bilanci, ma non ha alcun tipo di controllo sull’indirizzo culturale e sulle scelte ordinarie di gestione».
In merito poi alla situazione degli orchestrali del Teatro Vittorio Emanuele, vero fiore all’occhiello della città di Messina, Tranchida precisa che, in applicazione della L. R. 28 dicembre 2004, n. 17, il 20% del contributo regionale dovrà costituire fondo unicamente destinato alla remunerazione del personale orchestrale e di aver dato recenti disposizioni all’Ente Teatro di adeguare la previsione di bilancio ed ogni ulteriore atto consequenziale al dettato normativo sopra detto.
sig.Tranchida il comune i picciuli i spendi come vuole e noi abbiamo da pagare i consulenti quindi non possiamo pagare gli orchestrali
Tranchida, invece di fare tanti giri di parole può semplicemente fornire dei dati veritieri.
I messinesi vogliono sapere la verità sul contributo regionale per il teatro di Palermo, Catania e Messina.
Tutte le chiacchiere non contano nulla di fronte ai dati reali.
Tranchida riferisca sui contributi….. se il teatro di Messina ha avuto gli stessi contributi di Catania e Palermo ….Tranchida ha ragione a condannare Messina…
Se il teatro di Messina ha avuto, come realmente sembra solo… briciole….Tranchida è l’assassino(rappresenta la regione) che continua a sparare sul morto…..e chiede che il morto ed i suoi parenti siano solidali con Lui….della seria grazie per averci ucciso…..Il teatro chiude….. grande Tranchida distruttore di Messina e dei messinesi. Non è così…I messinesi hanno i loro diritti la regione non può strangolare Messina…..sempre e comunque.
Ma vi rendete conto che ci avete stancati? Basta con questo scaricabarile da una parte e dall’altra. Diatribe personali che riversate sulla gente, sui cittadini.
Istituzioni divenute mezzo di lotte di potere e di guerre intestine.
Guardatevi intorno: una città disastrata, allo sbando, senza futuro.
Ma chi aspettate a dimettervi? ad andarvene?
Una classe politica fallita, capace di cavalcare solo onde di traguardi personali, di partito, di schieramenti.
Un fallimento che dovrebbe spingere le vostre coscienze ad ammettere l’incapacità di non avere saputo amministrare la nostra città e trarne le inevitabili conseguenze.
Spero, se non voi, almeno i cittadini a tempo debito – poco meno di un anno o speriamo ancor prima- dimostrino rispetto per la nostra Messina.
XMario B.SIG.mARIO,MICA SUNNU BABBI.fANNU SCHIFIO PER AVERE UN PO’DI NEURO IN PIU’,APPENA LI ACCHIAPPANO SI PORTUNU IN TANZANIA E CIAU TU E CIAO IO,PIANGE SOLO U STRAZZATU..