L'uomo tatto in arresto, avrebbe rivestito un ruolo di primo piano nella gestione della latitanza di Bellocco Domenico
GIOIA TAURO – E’ stato tratto in arresto un uomo di 42 anni , in quanto ritenuto partecipe dell’associazione di tipo mafioso quale personaggio di assoluta fiducia dei vertici della cosca
Bellocco. Il procedimento trae origine, nel dicembre 2019, da una complessa attività investigativa avente ad oggetto le dinamiche di operatività della cosca Bellocco ed il coinvolgimento degli indagati nelle
dinamiche di operatività nella gestione della latitanza di Bellocco Domenico 1976, figura apicale
dell’omonima sodalizio di ‘ndrangheta operante a Rosarno. Il destinatario della misura cautelare, residente a Gioia Tauro, è attinto allo stato da gravi indizi di colpevolezza in ordine al reato di associazione di tipo mafioso, commesso a partire dal mese di aprile 2020, avendo rivestito un ruolo di primo piano nella gestione della latitanza di Bellocco Domenico e, più in generale, degli affari illeciti della cosca Bellocco.
Dalle indagini è emerso quale personaggio di assoluta fiducia operativa sul territorio controllato dalla
cosca, avendo lo stesso assicurato una rete di protezione e di comunicazione tra i vertici, ed essendosi
reso parte attiva nella realizzazione del programma criminoso della consorteria. In particolare, aveva
assunto il ruolo di latore delle comunicazioni riservate in merito alla latitanza di Bellocco Domenico, rendendosi pienamente disponibile sia ad avvicinare le vittime di estorsione nell’interesse del sodalizio mafioso che a fungere da soggetto a cui rivolgersi per presentare richieste di protezione o assolvere al pagamento del “dovuto” estorsivo alla cosca.
A comprova del ruolo e dell’expertise lo stesso, nel corso dell’attività di indagine, ricordava di aver
fornito in più di un’occasione e per numerosi anni assistenza ai latitanti della famiglia Bellocco,
compito eseguito nel migliore dei modi e senza commettere errori che avrebbero potuto condurre gli
investigatori alla loro cattura. Sulla base di tali “successi”, lo stesso aveva palesato la volontà di
monopolizzare la gestione della latitanza di Bellocco Domenico, evitando che altri potessero farlo
al suo posto, ritenendoli inaffidabili. Al termine delle operazioni, è stato tradotto presso la Casa Circondariale di Palmi, a disposizione dell’autorità giudiziaria.