Domani, martedì 20 maggio, la corsa podistica. Mercoledì la cerimonia per ricordare le medaglie d'oro in occasione del bicentenario dell'Arma dei Carabinieri. Per il podista un lungo percorso iniziato lo scorso 11 aprile che lo porterà a percorrere 1070 chilometri
Cinquanta tappe tra Italia e Francia, una per ogni località che ha dato i natali o ha avuto come protagonisti decorati dell’Arma dei Carabinieri. 1070 chilometri complessivi, ogni giorno ventidue chilometri a piedi, questa è la tabella di marcia dell’ultima impresa del 78enne marciatore formiano Michele Maddalena.
La sua marcia è iniziata lo scorso 11 aprile. Nella mattinata di domani, martedì 20 maggio, partirà da Gioia Tauro per Palmi, Bagnara, Scilla e Villa San Giovanni, seguirà l'imbarco e nel pomeriggio giungerà a Messina, dal molo raggiungerà il Monte di Pietà per una breve sosta, qui sarà accolto dalla città e visiterà la mostra storica allestita dal Comando Provinciale dell'Arma.
L'accoglienza è la coordinazione dell'evento sarà curata dalla Sezione messinese dell’Istituto del Nastro Azzurro, presieduta dal maggiore Vincenzo Randazzo. Mercoledì mattina alle ore 9.30 cerimonia al Comando Provinciale dell'Arma dei Carabinieri di Messina per ricordare le Medaglie d'Oro messinesi.
La “Marcia della Fedelissima” è nata per celebrare il 200° anniversario della fondazione dell’Arma dei Carabinieri. Un “pellegrinaggio” simbolico che sta portando il Maddalena in viaggio verso i luoghi, che hanno fatto la storia della Benemerita e del nostro Paese.
Un programma che ha visto la sua partenza dalla Sardegna fino a Chambery in Francia, passando per Piemonte, Lombardia, Veneto, Friuli, Emilia Romagna, Toscana, Umbria, Basilicata, Puglia e ora Calabria e Sicilia con le tappe di Cosenza Gioia Tauro, Messina, Gela e Palermo, per poi salire in Campania e Lazio, con tappe importanti a Minturno, Cassino, Sora, Formia, Latina e Roma dove Maddalena renderà omaggio alle vittime delle Fosse Ardeatine.
“La marcia – ha commentato Maddalena – mi porterà nei luoghi dove si verificarono pagine eroiche ed amare della nostra storia: la guerra è la cosa più triste, la negazione di qualunque sentimento di civiltà. E’ ancora più triste quando, passata la bufera, non si riparano i danni. Spero, ha concluso, di portare una voce di pacificazione”.