Il dominus dell’odierna operazione, denominata “Rasoterra” è Filippo Raso, personaggio vicino alla cosa Piromalli-Molè.
L’operazione di oggi contro il caporalato è il risultato di una serie di controlli e di indagini condotte dal Commissariato di P.S. di Gioia Tauro e dalla Squadra Mobile di Reggio Calabria dal mese di giugno 2018 al mese di giugno 2019 nelle aziende e sull’intero territorio della Piana di Gioia Tauro per prevenire questo fenomeno. Il dominus dell’odierna operazione, denominata “Rasoterra” e che ha portato all’arresto di 9 persone, è Filippo Raso, personaggio vicino alla cosa Piromalli-Molè.
L’inchiesta ha portato alla luce chiari elementi in merito alla sussistenza di un sistema organizzato di sfruttamento nel lavoro dei campi di numerosi immigrati africani che faceva capo per l’appunto a Filippo Raso e dell’azienda agricola di cui era il reale proprietario anche se intestata alla figlia (Raffaella) in cui lavoravano i migranti in condizioni di sfruttamento, che teneva continui contatti con i caporali e i faccendieri che operavano al suo servizio, impartendo loro direttive.
Filippo Raso secondo gli inquirenti era a capo di un sistema dove imponeva direttive, comportamenti arrivando persino a punire chi non eseguiva i suoi ordini, avvalendosi oltretutto di una strutturata rete di collaboratori per realizzare i suoi obiettivi. Ognuno degli arrestati aveva un ruolo ben preciso, nell’attività di sfruttamento.
I NOMI E I RUOLI DEGLI ARRESTATI
RASO Filippo, nato a Taurianova [RC] il 01.06.1969, detenuto per altra causa [custodia cautelare in carcere]; NGOM Ibrahim, nato in Senegal il 01.03.1980, domiciliato a San Ferdinando [RC],[custodia cautelare in carcere]; RASO Pasquale, nato a Cinquefrondi [RC] il 07.02.2001, domiciliato a Rizziconi [RC][arresti domiciliari]; MONTARELLO Mario, nato a Rizziconi [RC] il 31.01.1965, ivi residente [arresti domiciliari]; MAMONE Giacomo, nato a Cinquefrondi [RC] il 14.11.1986, residente a Rizziconi [RC] [arresti domiciliari]; CALOGERO Francesco, nato a Rizziconi [RC] il 25.03.1955, ivi residente [arresti domiciliari]; CARERI Domenico, nato a Rosarno [RC] il 02.08.1956, residente in Rizziconi [RC], [arresti domiciliari]; KARFO Kader, nato in Costa d’Avorio il 01.01.1979, residente a Napoli [custodia cautelare in carcere]; STRAPUTICARI Vincenzo, nato a Taurianova il 13.05.1980, residente a Rizziconi,[arresti domiciliari].
Ngom Ibrahim detto “rasta”, era un caporale che gestiva sempre per conto di Filippo Raso i lavoratori extracomunitari, si occupava di reclutare i braccianti africani e di controllarne il lavoro. Kader Karfo detto “Cafu’” era un altro fidato caporale. A lui era demandato il pagamento delle giornate di lavoro dei singoli operai di colore che erano impiegati nella raccolta degli agrumi, nonché il compito di guidarei furgoni a bordo dei quali venivano condotti i lavoratori nei campi.
Mario Montarello era invece un fidato faccendiere con il ruolo di tenere i contatti con i caporali e controllare il lavoro degli extracomunitari. A Domenico Careri spettava reclutare e asportare la manodopera. Francesco Calogero, titolare di un’azienda agricola in sempre in stretto contatto con FilippoRaso, si occupava di veicolarne le direttive e l’impiego degli extracomunitari in condizioni di sfruttamento.
Pasquale Raso affiancava il padre Filippo nei rapporti con i caporali, sia da minorenne sia dopo aver raggiunto la maggiore età. Oltre ad essere uno dei principali referenti del padre, dava direttive al caporale Rasta e pagava – a volte personalmente – i caporali e i lavoratori. Giacomo Mamone aveva il compito di fornire i mezzi per il trasporto dei lavoratori extracomunitari – per questo fine era in rapporto con il caporale Rasta – e curava la raccolta dei frutti. Vincenzo Straputicari infine, era un reclutatore di lavoratori extracomunitari da impiegare nelle campagne della Piana di Gioia Tauro.