Giordano: "L'emendamento al decreto ponte di Cannizzaro solo propaganda"

Giordano: “L’emendamento al decreto ponte di Cannizzaro solo propaganda”

Redazione

Giordano: “L’emendamento al decreto ponte di Cannizzaro solo propaganda”

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mercoledì 10 Maggio 2023 - 16:32

Il consigliere metropolitano: "Spetta agli enti territoriali la programmazione delle infrastrutture"



«Il deputato Francesco Cannizzaro, ancora una volta, non si smentisce. Campione di emendamenti come quello, ormai celeberrimo, sul fantomatico rilancio dell’aeroporto “Tito Minniti”, adesso ne aggiunge un altro al suo speciale carnet, relativo, questa volta, al Ponte sullo Stretto».

E’ quanto afferma, in una nota stampa, il Consigliere delegato alla Pianificazione, Giuseppe Giordano.

«Esulta, l’onorevole Cannizzaro – scrive Giordano – per l’approvazione, in Commissione Bilancio, di una proposta di modifica al “Decreto Ponte” che vorrebbe l’Autorità di Sistema portuale dello Stretto autorizzata ad individuare i progetti prioritari necessari all’adeguamento delle infrastrutture locali, così da “avviare un percorso di rifunzionalizzazione anche al fine di renderle più coerenti” con la nuova configurazione che sarà determinata dalla costruzione della mega opera. Or bene, Cannizzaro dimentica, o forse disconosce totalmente, che non spetta all’Autorità di Sistema portuale addentrarsi su temi di pianificazione in materia di trasporti tanto complessi ed importanti da poter cambiare il volto di un intero territorio».


Il ruolo di Reggio, Messina e Villa San Giovanni

«L’Authority – specifica ancora Giordano – si occupa di porti, non di strade né di ferrovie, né di qualsiasi atto di pianificazione che è, questo sì, appannaggio delle Città Metropolitane ed dei Comuni e delle Regioni. Nonostante il lavoro specifico del Presidente Mega, che risulta evidentemente destinatario incolpevole della boutade dell’esponente azzurro, nel testo presentato da Cannizzaro non si fa menzione degli organismi istituzionali costituzionalmente riconosciuti e non viene affatto considerato, men che meno specificato, il ruolo che andrebbe riconosciuto ai Comuni di Villa San Giovanni, di Reggio Calabria e Messina, principalmente coinvolti in questa complessa operazione ingegneristica. Il tema, infatti, è complessivo e riguarda la vocazione allo sviluppo dell’intero territorio, e non solo di settore».


Mancanza di concertazione

«In tutta questa storia – commenta Giordano – naturalmente a perderci sono i cittadini, che vedono passare sulle loro teste provvedimenti di portata colossale. Manca, dunque, un’interlocuzione dal basso, non si ascolta la voce che arriva dai territori e dai loro rappresentanti istituzionali. Ancora più grave, invece, è l’assoluta mancanza di concertazione con le Città Metropolitane che vengono spogliate delle loro funzioni e totalmente scavalcate rispetto a quelli che sono i loro compiti sanciti dalla legge che le ha portate a diventare un pilastro della nostra Costituzione».

«Piuttosto – prosegue il Consigliere metropolitano – in questo scenario approssimativo e incoerente, si tace su come il centrodestra regionale abbia affossato l’ambito territoriale ottimale per lo svolgimento dei servizi di trasporto pubblico locale nei territori di Messina, Reggio Calabria e Villa San Giovanni, suggellato dall’accordo sottoscritto tra le Regioni Sicilia e Calabria, le Città Metropolitane di Messina e di Reggio e la Conferenza permanente interregionale per coordinare l’azione di indirizzo politico-amministrativo in tema di mobilità. Fu l’allora Governatore siciliano, oggi Ministro, Nello Musumeci a firmarlo, insieme ai sindaci Giuseppe Falcomatà e Cateno De Luca ed al presidente della Conferenza permanente interregionale per il coordinamento delle politiche dell’area dello Stretto, Domenico Battaglia».

Proposta inaccettabile

«Comunque – conclude Giordano – quello che porta a casa Cannizzaro, dunque, è il solito annuncio, toccherà all’aula, ed eventualmente al Senato, modificare una norma affinché si riporti sui giusti binari il ruolo delle istituzioni. Un compito a cui saranno chiamati i parlamentari in primis quelli calabresi per rimettere ordine rispetto ad una proposta inaccettabile.

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