Da Filippo Mancuso, Amalia Bruni e Nicola Irto parole commosse nell'anniversario della Shoah: ricordare affinché orrore e razzismo non abbiano spazio
REGGIO CALABRIA – Numerosi commenti sul versante istituzionale per quanto attiene alla Giornata della Memoria e al terribile ricordo che, a maggior ragione, è indispensabile perpetuare e tramandare alle nuove generazioni.
Alle vittime della Shoah e dell’Olocausto va il «pensiero commosso, mio e dell’Assemblea legislativa calabrese che rappresento», scrive il presidente del Consiglio regionale Filippo Mancuso, in questi giorni impegnato a Roma in quanto fra i tre delegati per l’elezione del nuovo Presidente della Repubblica.
Bisogna perpetrare il ricordo dell’orrore che è stato, rileva l’esponente leghista, «per sconfiggere ogni indifferenza ed educare al rispetto assoluto della persona umana i nostri giovani, affinché gli orrori che hanno travolto l’Europa negli anni Quaranta del secolo scorso non accadano più».
«Sei milioni di ebrei morti oltre a quattro milioni di altre vittime decedute nei “campi di lavoro” nazisti – rammenta, in una nota diffusa alla stampa, l’ex candidata alla Presidenza e consigliera regionale del Gruppo misto Amalia Bruni -. Ricordiamo per non dimenticare il punto più drammatico della follia umana, una strage senza senso per la quale non esiste alcuna spiegazione. Primo Levi si chiedeva “Perché la memoria del male non riesce a cambiare l’umanità? A che serve la memoria?”. Ci serve per non dimenticare e per tenere alta la guardia, oggi e sempre, di fronte ai rigurgiti di razzismo, sia pure di piccoli gruppi estremisti e per tenere a bada quel sentimento di ostilità che qualcuno tenta di diffondere verso chi, fuggendo da guerre e fame, cerca una casa possibile».
«Le indicibili crudeltà del nazifascismo non dovranno mai più ripetersi – scrive sulla sua pagina Facebook il neosegretario regionale del Pd e capogruppo dèm alla Regione Nicola Irto, a sua volta fra i tre “grandi elettori” per la tornata quirinalizia in corso –. “La storia non va dimenticata”, come ci ha detto Papa Francesco, il dovere e la responsabilità della memoria sono il seme della nostra democrazia, abbiamo il dovere di difenderla coltivando la conoscenza».