Diversi altocumuli a forma di lente sono osservabili in alcuni punti ben specifici
Il debole e breve richiamo caldo che sta facendo schizzare i termometri oltre i +25°C in riva allo Stretto, mentre picchi superiori ai +34°C +35°C si segnalano in alcune zone del siracusano, sarà a breve sostituito dal soffio dei venti di maestrale, che in serata provocheranno un abbassamento delle temperature ovunque, rimescolando per bene l’aria nei bassi strati. Nel frattempo, in queste ore, è possibile notare la presenza in cielo, fra le montagne calabresi, l’Etna e i Peloritani meridionali, di una serie di spettacolari nubi lenticolari che rimangono quasi immobili, nel cielo azzurro.
Queste nubi, dall’aspetto lenticolare, si formano in presenza del fenomeno dell’”onda orografica”, che in queste ore si sta vedendo sia sul massiccio montuoso dell’Aspromonte, che in corrispondenza dell’Etna e del settore più meridionale dei Peloritani (i rilievi più alti, alle spalle di Taormina e Letojanni). L’onda orografica viene prodotta da intense turbolenze che hanno interessato l’intera colonna d’aria sovrastante, sopra il crinale di un rilievo imponente. Le onde orografiche non sono altro che delle ondulazioni in un flusso d’aria che incontra una barriera montuosa, e possono estendersi per alcuni chilometri al di sopra del rilievo, rappresentando la presenza di aree con forti turbolenze. L’intenso flusso occidentale in quota impattando contro le Serre, la cima dell’Aspromonte, e l’area sommitale dell’Etna e della Montagna Grande (Peloritani) ha originato delle onde d’aria che si sono rapidamente propagate verso l’alto nella parte sopravento, coinvolgendo la colonna d’aria sovrastante. Stavolta il fenomeno è risultato più intenso ed esteso del normale, sopra l’Appennino Calabrese, a causa delle forti turbolenze che si sono venute a creare in seno alle sostenute correnti dai quadranti occidentali che scorrevano in quota, dal Tirreno allo Ionio.
A differenza di quanto osservato sull’Etna gli altocumuli lenticolari (si chiamano così visto la loro particolare forma simile ad una lente) che si sono formati sopra le montagne calabresi si sono disposti uno sull’altro, su vari livelli, producendo delle insolite formazioni nuvolose ben visibili in tutta l’area dello Stretto di Messina e da buona parte della Sicilia orientale. La distribuzione delle nubi lenticolari su vari livelli dipende sostanzialmente dall’alternanza di strati di aria umida a strati di aria più secca alle varie quote.
Ciò è stato favorito anche dalla particolare conformazione dei rilievi calabresi che si ergono dal basso verso l’alto, fino a superare i 1200, con valori vicino i 2000 metri in corrispondenza della vetta dell’Aspromonte. Una quota più che sufficiente per influenzare in modo diretto l’andamento dei flussi eolici nella medio-bassa troposfera. La nube rimarrà stazionaria fino al pomeriggio, prima di dissiparsi nelle ore serali, non appena il flusso occidentale in quota si indebolirà, ruotando più da nord-ovest. Ciò farà venire meno tutte quelle condizioni che le hanno generate.