“Nessuno dovrebbe farti del male, nemmeno i tuoi genitori. Gli adulti dovrebbero assicurarsi che tu sia protetto da abusi e violenze”. art. 19 della Carta Internazionale dei diritti del bambino
Sono trascorsi 23 anni dalla ratifica, il 20 novembre 1989, della Convenzione dell’Onu sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza ed a distanza di 23 anni sono ancora troppi nel mondo i casi di infanzia violata, rubata, calpestata.
Una convenzione, alla quale aderirono 193 stati, che sancisce in maniera univoca, sul piano internazionale, i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza.
Ieri pomeriggio, in occasione della Giornata Internazionale dell’Infanzia, i diritti del bambino, la sua tutela e difesa da qualsiasi forma di abuso sono stati al centro di una conferenza, svoltasi presso il Salone delle Bandiere di Palazzo Zanca, organizzata dalla Federazione Italiana Medici Pediatri in collaborazione con il Comitato provinciale Unicef di Messina.
L’abuso psico-fisico sul minore: è questo il difficile e delicato tema intorno al quale si sono confrontati professionisti ed esperti impegnati nella salvaguardia dell’infanzia.
Un fenomeno complesso che si ha ancora timore di denunciare secondo l’avvocato Luisa Carrozza presidente del Comitato provinciale Unicef: “L’abuso psicologico e fisico sui minori è una realtà che abbraccia un panorama esteso di condizioni di maltrattamento – ha spiegato -traumi, che spesso hanno luogo tra le mura domestiche, inevitabilmente destinati ad influenzare la vita da adulto”.
Il ruolo ricoperto dal medico pediatra nell’individuare forme di abuso fisico e psichico è stato illustrato dal segretario provinciale Fimp, dott. Danilo Perri: “Solo a partire dalla fine degli anni 60 in Italia si smette di considerare il bambino un piccolo adulto e si inizia a guardare al minore come ad un cittadino titolare di diritti”.
“Nasce la figura del pediatra di famiglia, uno specialista – ha evidenziato -che ricopre funzioni di accompagnatore dalla crescita sino alla formazione del bambino”.
Le conseguenze degli abusi nella formazione della personalità del minore sono state al centro dell’intervento di Domenica Sgrò neuropsichiatra infantile: “Maltrattamento ed abuso sui minori rimango ancora oggi una realtà sommersa – ha denunciato l’esperta – qualsiasi forma di abuso fisico, psicologico o sessuale rappresenta un evento traumatico che scardina l’integrità psichica, fisica, cognitiva ed emozionale del minore”.
“Esistono poi – ha precisato – forme di abuso psicologico che paradossalmente possono manifestarsi in casi di ipercura od incuria del bambino: eccessi che possono determinare il manifestarsi di patologie indotte”.
Sulla necessità di giungere ad un accertamento immediato della violenza sessuale, sotto il profilo diagnostico, si sofferma l’intervento della professoressa Alfonsa Pizzo responsabile del Dipartimento Infantile del Policlinico universitario: “La diagnosi dell’abuso sessuale, suffragata naturalmente da dati certi, deve essere effettuata con l’ausilio di elementi clinici che necessitano la collaborazione con un equipe di specialisti.
La tempestività della visita sul minore è fondamentale per la verifica dell’ abuso che purtroppo – ha denunciato – nel 75% dei casi non può essere accertato.
Centrale è il ruolo del ginecologo: l’analisi clinica deve essere effettuata, specie nei bambini più piccoli, entro le 24 ore successive all’eventuale abuso, fondamentale è il racconto del bambino che deve essere libero e non sollecitato”.
“L’assenza di rilevi clinici obiettivi però – ha precisato la responsabile del Dipartimento Infantile – non esclude la presenza di abusi”.
Per far fronte al verificarsi di eventi legati ad abusi sessuali, presso il Policlinico Universitario, è stato istituito un centro realizzato attraverso la cooperazione sinergica interforze tra pronto soccorso generale, pediatrico e ginecologico con l’ausilio delle forze dell’ordine con reperibilità h24.
Un reato tra i più ignobili che, come ha spiegato Giovanni Scardino Ispettore di Polizia in servizio presso la squadra mobile di Messina, necessita di indagini ed investigazioni speciali: “Con la legge 269/1988 la Polizia di Stato ha istituito al suo interno un corpo di polizia giudiziaria che si occupa in maniera esclusiva di reati compiuti su minori.
Si tratta di indagini delicate, data la natura dei soggetti che ne sono vittima, che dovranno impiegare l’ausilio di intercettazioni telefoniche ed ambientali con relativi rilievi nel contesto familiare nel quale il bambino vive”.
Dal segretario nazionale Fimp dott. Adolfo Porto un invito alle istituzioni: “Il disagio dell’infanzia non ha voce così come le problematiche dei minori non trovano spazio all’intero di politiche locali e nazionali – ha evidenziato – è necessario riportare l’infanzia al centro del dibattito politico con misure che, già sul territorio, forniscano una medicina di qualità”.
Emma De Maria