Il 23 maggio del 1992 il giudice Falcone veiva assassinato insieme alla moglie e agli uomini della sua scorta. Due mesi dopo, nella strage di via d’Amelio, moriva il giudice Paolo Borsellino

C’erano anche i ragazzi delle scuole medie della provincia jonica stamattina a Palermo per la commemorazione della strage di Capaci. Il 23 maggio di 22 anni fa il giudice Giovanni Falcone veniva assassinato insieme alla moglie e agli uomini della scorta, due mesi dopo la stessa cattiva sorte toccava al giudice Paolo Borsellino. Oggi, oltre 3000 mila studenti della Sicilia e altri 1.500 provenienti dal resto d’Italia, per mezzo della “nave della legalità”, partita da Civitavecchia e attraccata al porto di Palermo, ricordano quei due uomini divenuti simbolo della legalità. Coinvolgere i giovani è importante, coinvolgere i giovani di tutta Italia lo è ancora di più. Da Nord a Sud, seppur per un giorno, risuona un campanello importante: l’attenzione alla vita. Falcone e Borsellino onorano la nostra storia per la lotta alla mafia e per l’attenzione alla vita, impreziosita dal coraggio e dalla verità: valori straordinari in una società sbagliata. La mafia va combattuta, ma le parole di circostanza non servono anzi lasciano l’amaro in bocca, quando coloro che oggi pronunciano frasi di speranza sono gli stessi che dopo 22 anni non sono riusciti a chiarire le ombre che oscurano ancora questa storia, sono gli stessi che parlano di depistaggi e dicono mezze verità. La contraddizione è sempre la stessa in momenti come questi: parlare di legalità non è agire per la legalità. Il modo migliore per insegnare qualcosa a qualcuno è mostrargli come si fa. E’ questa l’eredità più preziosa che ci hanno lasciato Giovanni Falcone e Paolo Borsellino: amare la vita.

Giusy Briguglio