In occasione della Giornata nazionale “Sfratti Zero”, l’Unione Inquilini, Rifondazione Comunista Circolo P.Impastato Messina, La Casa Rossa-R.A.P. MESSINA, CUB, ORSA, Circolo Arcigay Makwan – Messina hanno promosso nel corso di una conferenza stampa un sit-in contro il disagio abitativo, le politiche di austerità e la speculazione, che si terrà giorno 13 ottobre a Piazza Unione Europea alle 9.30
«Non si può abitare in una graduatoria», è questo il messaggio dell’Unione Inquilini che oggi, in occasione della Giornata nazionale “Sfratti Zero”, ha promosso nel corso di una conferenza stampa il sit-in contro il disagio abitativo. Alla manifestazione, che si terrà giorno 13 ottobre a Piazza Unione Europea alle 9.30, aderiranno Rifondazione Comunista Circolo P. Impastato Messina, La Casa Rossa – R.A.P. MESSINA, CUB, ORSA, Circolo Arcigay Makwan – Messina.
“Non si vive in una graduatoria” non è uno slogan ma una reale dimensione per migliaia di famiglie in attesa di un alloggio popolare. Una condizione che mette in luce un aspetto del disagio abitativo, in un Paese attanagliato dalla crisi economica e sociale, in cui si convive con la preoccupazione di arrivare alla fine del mese, in cui spese ordinarie come il pagamento del canone di locazione possono trasformarsi in lussi. La recente introduzione dell’istituto della morosità incolpevole va incontro proprio alle esigenze di coloro che si trovano nella condizione di non poter più permettersi l’affitto a causa di fattori che incidono negativamente sul proprio reddito come, ad esempio, la perdita del posto di lavoro.
Con il del decreto legge 102/2013, convertito con modificazioni dalla legge 28 ottobre 2013, n. 124, è stato infatti istituito un fondo destinato agli inquilini morosi incolpevoli, con una dotazione pari a 20 milioni di euro per ciascuno degli anni 2014 e 2015. Per l’Unione Inquilini, la situazione a Messina è questa: il Comune ha inserito nel bilancio comunale a favore dei morosi incolpevoli 50 mila euro per il 2014 e 50 mila per il 2015. È stato stilato un regolamento per disciplinare la gestione dei fondi sulla morosità incolpevole che però deve ancora approdare in Giunta e in Consiglio.
Per Antonio Currò, portavoce dell’Unione Inquilini, «il quadro nazionale in materia di sfratti è drammatico. Gli affitti negli ultimi 20 anni sono cresciuti a dismisura. Nel 2013 su 73.385 sfratti, 65 mila risultano per morosità incolpevole. La situazione a Messina è ancora più grave. Secondo i calcoli dell’unione inquilini circa il 90% degli sfratti deriva da morosità incolpevole. In tutto questo l’associazione sollecita le istituzioni affinché trovino soluzioni all’emergenza abitativa. Spesso però le risposte sono state insufficienti».
«Una situazione potenzialmente esplosiva», secondo Enzo Bertuccelli, segretario Cub, «il comune deve rendersene conto».
«Il governo», secondo i rappresentanti delle associazioni schierate contro il disagio abitativo, «piuttosto che arginare la crisi abitativa, alzando l’offerta di alloggi ERP (Edilizia residenziale pubblica), redige un Piano Casa iniquo. Infatti, con il Piano Casa e la svendita all’asta delle case popolari, sempre più cittadini, anche per gli effetti della crisi e della precarizzazione del mondo del lavoro (resa definitiva e totalizzante col Jobs Act e l’abolizione dell’art. 18) si ritroveranno automaticamente a non poter pagare affitti e mutui. Così facendo, non solo si rischia di ampliare il campo dei senza lavoro e dei disoccupati, ma anche di creare un esercito di “nuovi senza fissa dimora”. Devastanti saranno gli effetti della messa all’asta degli alloggi per i quali la manutenzione o la ristrutturazione hanno costi insostenibili per l’ente gestore, in pratica tutti, visto che comuni e IACP dichiarano di non avere risorse per la manutenzione. Il prezzo di base d’asta sarà quello di mercato. In questo modo il governo lascia libero spazio alla speculazione edilizia, costringendo gli assegnatari all’indebitamento o alla precarietà abitativa. Questo quadro nazionale si amplifica ulteriormente se si cala nella nostra città. A Messina la questione del risanamento resta aperta, le graduatorie ERP non scorrono, le politiche abitative sono pressoché inesistenti e le istituzioni (Comune e IACP) non hanno il polso della situazione sugli alloggi in loro possesso, pertanto non riescono a rispondere ad una domanda sempre crescente. I dati sugli sfratti (433 sentenze di sfratto, di cui 385 per morosità, 3.25% in più rispetto al 2012), sui pignoramenti (405 nel 2013, +19,8% rispetto al 2012) e le 700 domande per accedere al bando ERP testimoniano che il disagio abitativo è in crescita nella nostra città».
Per il consigliere comunale Luigi Sturniolo, «i comuni hanno un patrimonio immobiliare che ha bisogno di interventi di ripristino e ristrutturazione. In un quadro di emergenza abitativa come questo, l’unica soluzione, per molte persone, è l’occupazione. Per sopperire al disagio, i comuni dovrebbero consentire e, dunque, indicare luoghi idonei per l’autorecupero», un processo edilizio che prevede l’affidamento dei lavori di ristrutturazione di un immobile agli stessi assegnatari consentendo un abbattimento dei costi economici. Ad intervenire in conferenza stampa anche Nina Lo Presti, consigliere comunale, che nel criticare le politiche del governo Renzi tese a spogliare lavoratori e cittadini di diritti acquisiti nel tempo, rileva come in città «le politiche abitative siano state tralasciate negli ultimi anni». In un contesto in cui il percorso legale di assegnazione non riflette i bisogni reali della società, il consigliere fa da sponda a Sturniolo sostenendo «l’autorecupero come proposta del Comune», cioè come «un percorso di affidamento legittimo che passi attraverso delle graduatorie».
Il sit-in di giorno 13 avanzerà diverse richieste all’amministrazione, tra le quali, l’applicazione del passaggio da casa a casa previsto dalla Legge 124/2013, l’apertura e l’aggiornamento dell’elenco dei morosi incolpevoli, uno screening completo degli alloggi popolari in dote al Comune e allo IACP, la possibilità di mettere a disposizione alloggi da recuperare ai fini abitativi, un’alta tassazione degli sfitti per contrastare il canone nero, riconvertire aree militari e strutture pubbliche abbandonate in abitazioni sociali, avviare percorsi di autorecupero di edifici che siano nella disponibilità del Comune.
Nel mirino dei movimenti anche l’articolo 5 del Piano Casa del governo Renzi che vieta l’allaccio di acqua, luce e gas a chi occupa abusivamente un’abitazione, sia essa pubblica o privata.
Gabriele Quattrocchi