L'ex procuratore capo di Ragusa scagionato in appello: non favorì l'imprenditore facendo prescrivere le indagini
MESSINA – L’accusa per il giudice era di non aver indagato su…Giudice. Nel caso specifico Giovanni Giudice, imprenditore che secondo l’Accusa era stato favorito dal procuratore Carmelo Petralia, oggi in pensione. Petralia è stato scagionato dalla Corte d’appello di Messina, che lo ha assolto perché il fatto non sussiste.
Non vi fu nessuna abuso d’ufficio, quindi, nella condotta del magistrato, condannato nel settembre 2021 a un anno, pena sospesa, per non aver portato avanti volontariamente l’inchiesta sull’imprenditore, sospettato di fatture ed evasione fiscale.
Petralia si è sempre difeso, sostenendo che non c’era alcun obbligo di astensione nonostante ci fossero rapporti con l’indagato, e che le intercettazioni prodotte non sarebbero state inutilizzabili.
Petralia, andato in pensione recentissimamente, a Messina è stato al centro degli accertamenti della Procura di Messina per la gestione del falso pentito Scarantino nell’ambito delle inchieste sulla strage di via d’Amelio. Accertamenti chiusi con l’archiviazione di ogni ipotesi di reato nei suoi confronti.
A Messina Carmelo Petralia è stato, per diversi anni, applicato della Direzione Nazionale Antimafia. Fu tra i primi a scoprire e perseguire gli interessi dei mafiosi messinesi nell’economia pulita e il ruolo dei così detti colletti bianchi. Prima di essere destinato altrove tentò le prime rogatorie per cercare di ricostruire l’esportazione dei capitali mafiosi all’estero.