In attesa degli esiti del processo, dopo il rinvio a giudizio di Zonin e gli altri vertici dell'istituto, i risparmiatori messinesi assistiti dagli avvocati Cacia e Bisignano hanno avuto ragione anche di fronte all'Arbitro Finanziario, che gli ha riconosciuto il risarcimento.
Ci sono anche gli investitori messinesi tra le numerosi parti civili costituite al processo contro Gianni Zonin e gli altri ex vertici della Banca Popolare di Vicenza, rinviati a giudizio lo scorso 20 ottobre dal Giudice per le indagini preliminari Venditti per il crack dell'istituto. In attesa degli esiti del dibattimento, che si prospetta quanto meno lungo, gli stessi risparmiatori messinesi hanno ottenuto il riconoscimento al risarcimento da parte del mediatore finanziario, in questo caso Banca Nuova Spa acquisita da Intesa Sanpaolo.
Gli investitori, assistiti dagli avvocati Valeria Bisignano e Nino Cacia, hanno fatto ricorso all'Autorità per le Controversie Finanziarie che, alla fine del procedimento arbitrale, ha dato ragione ai legali e condannato Intesa San Paolo.
“Confidiamo nell’adempimento spontaneo della decisione arbitrale da parte di Intesa San Paolo che deve avvenire entro 30 giorni. In ordine alle decisioni arbitrali v’è una percentuale di adempimenti spontanei di quasi il 95%. Un dato certamente confortante” , commenta l'avvocato Cacia.
Gli stessi legali assistono i quattro risparmiatori messinesi truffati nel procedimento penale pendente al Tribuale di Vicenza. Per loro, adesso, col rinvio a giudizio si apre uno spiraglio importante. Tra il 2013 ed il 2014, su consiglio dell'Intermediario Banca Nuova, avevano deciso di investire i propri risparmi in azioni della Banca Popolare di Vicenza, acquistate appunto presso la filiale peloritana di Banca Nuova, perdendo, a seguito dell’apertura della lca, tutto il capitale investito, oltre 100 mila euro.
Il processo a carico dei vertici aziendali di Banca Popolare si aprirà il prossimo 1 dicembre 2018. Le condotte contestate riguardano, tra le altre, quelle di false comunicazione sociali, avendo gli amministratori occultato la reale consistenza del patrimonio sociale, inducendo così i risparmiatori ad acquistare azioni ed obbligazioni della società, il cui valore tuttavia si è poi ridotto drasticamente, sino quasi ad azzerarsi.
L’acquisto delle azioni e delle obbligazioni di Banca Popolare di Vicenza avveniva, il più delle volte, tramite l’attività di Intermediari controllate dalla stessa Banca, che consigliavano i propri clienti all’acquisto, rassicurandoli sulla solidità patrimoniale della società.
Tuttavia, nel primo semestre del 2015 Banca Popolare di Vicenza registrava una perdita patrimoniale di 1 miliardo di euro e, a seguito della trasformazione in S.p.a., in attuazione della così detta riforma delle banche popolari, deliberava, in sede assembleare, una prima svalutazione delle azioni del 23% ed, a seguito dell’infruttuoso aumento di capitale nella prima metà del 2016, il valore delle azioni scendeva drasticamente a 0,1 euro a titolo.
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