Processo a partire da gennaio per il patron dei supermercati accusato dai lavoratori di estorsione. Li costringeva a lavorare più ore di quelle previste nel contratto di solidarietà che avevano firmato malgrado le proteste.
Sarà il dibattimento processuale a satabilire se Immacolato Bonina, l’imprenditore di Barcellona pozzo di Gotto patron dei supermercati, ha estorto i propri dipendenti, nella difficile fase di pre fallimento dell’impresa, o se non ci sono reati nella sua condotta.
Bonina, comparso oggi davanti al GUP di Barcellona Fabio Gugliotta con l’accusa di estorisone e indebita percezione di erogazioni ai danni dello Stato, è stato rinviato a giudizio. Il processo comincerà il prossimo 14 gennaio davanti al Tribunale della città del Longano.
L’imprenditore è difeso dall’avvocato Francesco Aurelio Chillemi, mentre i 19 dipendenti che hanno chiesto la costituzione sono stati ammessi come parte civile, assistiti dall’avvocato Antonio Centorrino. Esclusa l’INPS per difetto di procura.
L’accusa della Procura di Barcellona, guidata dal procuratore capo Emanuele Crescenti, è arrivata alla fine dell’inchiesta della Guardia di Finanza. La tesi è che Bonina costringeva oltre 80 dipendenti di una sua importante catena di supermercati a firmare contratti “in solidarietà”, ottenendo anche un contributo di solidarietà dall’Inps di circa 30mila euro, con orari di lavoro e stipendi ridotti nonostante, in realtà, lavorassero per un numero di ore settimanali superiore a quelle previste, 40, anziché 28, minacciandoli viceversa di licenziamento. La Finanza di Barcellona quantificato in oltre 1 milione e 200mila euro gli stipendi non pagati.
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Magari fosse solo lui ? Non ci vuole molto a capire che continuando a indagare i lavoratori sono come quelli di Bonina o così o sei licenziato.L’articolo 18 e 7 dello statuto dei lavoratori ormai sono un miraggio Grazie Renzi.