La Cassazione conferma gli ergastoli per i cinque omicidi di mafia degli anni '90, svelati dal pentito Bisognano, e le altre condanne decise in appello per boss e gregari del clan decapitato nel 2011.
La Corte di Cassazione ha confermato quasi integralmente la sentenza d'appello che ha definito il processo Gotha 1- Pozzo 2, ovvero la prima delle maxi operazioni antimafia a Barcellona Pozzo di Gotto, scattata nella il 24 giugno 2011. Alla sbarra i boss della città del Longano, della vicina Mazzarrà Sant'Andrea, i fiancheggiatori e gli imprenditori collusi. Agli atti del processo, scaturito dalle dichiarazioni dell'ex boss pentito Carmelo Bisognano, i retroscena di cinque vecchi omicidi di mafia, che hanno portato alla scoperta dei cimiteri di mafia nella zona.
Diventano definitivi, quindi, gli ergastoli per Salvatore Calcò Labruzzo, Enrico Fumia, Carmelo Giambò e Nicola Munafò. Confermata la condanna a 17 anni e mezzo per il pentito di Oliveri Santo Gullo, 13 anni per lo stesso Bisognano, per Dajcaj Zamir ed Angelo Porcino, condannati ad 11 anni di reclusione,12 anni per Giuseppe Isgrò, 10 anni e 10 mesi per Tindaro Calabrese, 8 anni e 6 mesi per Mariano Foti.
Assolto l'imprenditore Salvatore Puglisi, mentre la sentenza per Nicola Cannone sarà definita successivamente.
Confermati anche i risarcimenti per le parti civili costituite, ovvero i comuni di Barcellona Pozzo di Gotto e Montalbano Elicona, le famiglie di Carmelo Triscari Barberi e di Salvatore Munafò.
Alessandra Serio