Morte Ilaria Boemi, due condanne confermate in appello

Morte Ilaria Boemi, due condanne confermate in appello

Alessandra Serio

Morte Ilaria Boemi, due condanne confermate in appello

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martedì 05 Giugno 2018 - 11:10

Lieve sconto di pena in secondo grado - ma responsabilità confermata - per Restuccia e Triscari, il pusher e l'uomo che approfittarono della quindicenne morta sul lungomare del Ringo nell'estate di 3 anni fa.

Se pur ridotte, sono state confermate anche in secondo grado le condanne per la morte di Ilaria Boemi, la quindicenne morta la sera di San Lorenzo del 2015, sulla battigia della chiesa del Ringo. La corte d’Appello ha condannato a 6 anni ed 8 mesi Giuseppe Restuccia ed a 4 anni Pietro Triscari.

In primo grado la condanna per il primo era andata oltre i 10 anni, mentre Restuccia ha ottenuto uno “sconto” di 4 mesi rispetto al verdetto, emesso dal Tribunale il 3 maggio dello scorso anno, quando era stato assolto da altre accuse ed erano rimaste in piedi due ipotesti di violenza sessuale nei confronti di minori.

La condanna di secondo grado è arrivata ieri, il giorno della Madonna della Lettera, patrona cittadina. La caldissima aula di Corte d’Appello era l’unica aperta; malgrado per la festività i lavori in Tribunale erano stati sospesi, il presidente Alfredo Sicuro ha deciso di celebrare comunque il processo, evitando che slittasse ancora una volta.

L’uomo era sulla spiaggia con Ilaria, insieme ad un’altra amica, la sera che morì. Quando la giovane si sentì male, i due fermarono un passante avvisando che c’era bisogno dei soccorsi, poi però si dileguarono abbandonando la ragazza agonizzante sulla banchina. Restuccia è accusato invece di essere lo spacciatore che ha fornito la droga sintetica arrivata poi, attraverso un’altra amica della ragazza, nelle mani di Ilaria. Proprio un mix di ecstasy e alcol le è costato la vita.

Quando i soccorsi sono arrivati Ilaria era riversa sulla sabbia, gli occhi serrati e senza più un filo di respiro e vita, sotto il cielo scuro, sereno, stellato. Le indagini hanno scoperto che a stroncarla era stata un mix letale di anfetamine, ed i poliziotti in poche settimane hanno fatto piena luce su tutti gli eventi succedutisi nell’ultimo giorno di vita della giovane, individuando chi le aveva procurato la metanfetamina, chi era stata con lei mentre la consumava, chi si era appartata con lei e l’amica sulla spiaggia, per poi lasciarla agonizzante e scappare.

A fare luce piena sulla vicenda è stata la Squadra Mobile della Polizia.

Hanno difeso gli avvocati Salvatore Stroscio, Giuseppe Carrabba e Fabrizio Cosentino, mentre la parte civile è assistita dall’avvocato Giuseppe Romeo.

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