Le intercettazioni che inchiodano il funzionario del Comune di Messina e i retroscena svelati dal pentito Grasso: quel debito dell'architetto con i nipoti di Santapaola.
Cominciano stamane gli interrogatori delle otto persone arrestate nel blitz Beta 2. Il giudice per le indagini preliminari Salvatore Mastroeni si recherà a Gazzi di buon mattino per sentire se gli arrestati vogliono dofendersi, e cosa hanno da dire, o se avvarranno della facoltà di non rispondere. Tra le persone che andranno al faccia a faccia col giudice c’è anche l’architetto Salvatore Parlato, il funzionario di Palazzo Zanca in servizio al settore Urbanistica che secondo gli investigatori sarebbe stato consapevole complice dei Romeo nelle loro mire rispetto alla gara per gli alloggi popolari di Fondo Fucile, bandita dall’amministrazione Accorinti.
Contro Parlato, già agli atti dell’operazione Beta 1, c’era in particolare una intercettazione tra Enzo Romeo e il braccio destro Barbera, nelle convulse ore di trattativa volte a ottenere una proroga perché nel frattempo il gruppo possa perfezionare l’offerta sul complesso che poi vogliono vendere al Comune di Messina.
L’intercettazione è del 3 settembre 2014 ed a suggerire ai Romeo il nome di Parlato sarebbe stato il collega Raffaele Cucinotta. “Parlato?“, chiede Barbera. “Tutto a posto“, risponde Romeo “Devo fare io un passaggio io…da..“, aggiunge. “Di nuovo?”, chiede Barbera. “Si…da Parlato..“. “So che è tutto a posto?”, dice “No…debbono venire loro quà…debbo parlare con loro qua (…) “ non possiamo avere intralci“, spiega Romeo. Barbera quindi chiede se secondo il capo Parlato sarebbe stato dispobile: “E lui lo fa….?“. “Certo che lo fa…devo andare a fare il passaggio…lui tutte cose fa“, afferma Romeo. “Certo pagando s’intende“, ipotizza Barbera ridendo. “Certo“, conferma Romeo.
L’offerta di Rd immobiliare va al vaglio proprio di Parlato, che in quei giorni di settembre e ottobre del 2014 più volte, come rilevano gli inquirenti, entra in contatto telefonico con Grasso. L’architetto Parlato non “si accorge” che l’immobile non ha i requisiti previsti e l’offerta quindi deve essere esclusa.
La dirigente del Dipartimento Risanamento Maria Canale, interrogata dagli investigatori, ha spiegato che i funzionari preposti al controllo avevano l’obbligo di controllare “l’esattezza dei requisiti” e che “tra le verifiche vi doveva essere la titolarità del bene offerto al Comune”.
Il 6 novembre 2014 il Dipartimento stila la graduatoria. La società di Grasso e Romeo risulta essersi aggiudicata la vendita di 24 appartamenti. 7 giorni dopo, però, dal Comune arriva una nota che invita l’amministratore di Rd immobiliare srl a sottoscrivere il preliminare di vendita ma solo per 14 appartamenti.
Dopo gli arresti dell’operazione Beta1, che coinvolgono anche Raffaele Cucinotta, nel luglio 2017 Biagio Grasso conferma agli investigatori i dubbi sull’operato dell’architetto Parlato. …“Il bando realmente, per com'era strutturato e com ’è strutturato, chiaramente il requisito principale era la vicinanza dal cantiere con la zona adibita allo sbancamento, era il maggior punteggio, e in quel momento da vicinanza più,., diciamo, quella più ravvicinata era realmente la nostra. Quindi voglio dire, indipendentemente da tutto quello che c ’è scritto e da tutto quello che c’è fatto, noi avevamo la maggior parte dei punti rispetto a qualsiasi altro concorrente. Cioè, tengo a sottolineare che questo evento realmente è un evento un po’ particolare, anche perché, dico, il aggiudicare, là chi sestiva e decideva era la Canale con la sua commissione. Anche il Parlato stesso, alla fine della fiera, veniva a fare il sovralluoso e diceva: “SI possono arrivare”, “Sì, nonpossono arrivare” da questo punto di vista, fermo restando che vero queir imbecille del Barbera crea un appuntamento con Romeo e gli dice: “Io posso fare questo”, “lo posso fare l’altro” “Raffaele può fare questo”, “Raffaele può fare l’altro” ed entriamo in contatto, ed entra in contatto con Raffaele Cucinotta, ma io fin dal principio sapevo che: primo, non c ’era bisogno; secondo, il Cucinotta non poteva fare assolutamente niente per potere ostacolare l'aggiudicazione dei ventiquattro alloggi, perché in quel momento il cantiere aveva tutte le caratteristiche per essere il numero uno nella lista, tranne una cosa, la consegna. ”…
Grasso racconta anche un altro retroscena: "Una volta il ROMEO Francesco con il figlio Vincenzo andammo presso E ufficio dell’architetto PARLATO che gestiva l’ufficio del Risanamento, il predetto si mise a disposizione. Il ROMEO Francesco si salutò con PARLATOi due si conoscevano già e chiese di fare aggiudicare il bando . Il PARLATO si recò pochi giorni dopo a fare il sopralluogo nell*area di Fondo Fucile Nel medesimo verbale, GRASSO spiegava che ROMEO Francesco era intervenuto in favore del Parlato, in relazione ad una richiesta di “messa a posto” subita dall’attività commerciale formalmente riferibile al di lui figlio: “ilpadre ROMEO Francesco aveva sistemato una situazione con il PARLATO, in particolare il PARLATO secondo quanto riferito dal ROMEO Vincenzo, aveva ricevuto delle richieste estorsive da parte di soggetti catanesì\ in relazione ad un agriturismo cui lui o il figlio era proprietario in quell’area. Il PARLATO aveva richiesto. L’intervento del ROMEO Francesco per la “messa a posto”, Per tale ragione il PARLATO era indebito con il ROMEO Francesco.”