Diventano definitive le condanne dell’operazione Traffic Maria, l’inchiesta del Reparto Operativo dei Carabinieri che nel 2002 sfociò un una maxi retata che smantellò un giro di deroga internazionale.
La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibili i ricorsi di tutti i condannati, annullando soltanto due condanne, quella di Santo Lombardo– difeso dall’avvocato Pietro Ruggeri – e di Danilo Benincasa – difeso dall’avvocato Maurizio Memmo. Per loro il processo di secondo grado è tutto da rifare, ma stavolta sarà celebrato davanti alla Corte d’Appello di Reggio Calabria.
La condanna d’appello era arrivata nel 2017, e secondo la Suprema Corte è sostanzialmente esatta.
Questa le condanne, ridotte rispetto al primo grado: Bejtulah Dzemailji 10 anni 6 mesi in continuazione; Alija Hada 10 anni e 2 mesi, Gzim Idriz 10 anni e 2 mesi, Santo Lombardo 6 anni e 8 mesi, Enverv Mederizi 6 anni e 8 mesi, Fatljum Mederizi 8 anni, Maria Scandurra, 6 anni e 8 mesi, Rosario Terranova 10 anni e 2 mesi, Gianluca Tassone 10 anni e 2 mesi. Erano state invece confermare le condanne per Sejladin Gashi, Benfik Toska, Faruk Mederizi, Danilo Benincasa, Batho Ahmetovic e Samir Saiti. Il processo di primo grado si era concluso il 10 luglio 2014 con 25 condanne e 29 assoluzioni.
L’indagine aveva messo sotto la lente una organizzazione internazionale che riforniva di droga anche la piazza messinese. Marijuana, hashish e cocaina le sostanze principalmente trattate, che arrivavano dalla penisola del Cataro, nell’ex Jugoslavia, e arrivavano a Messina attraverso la Puglia. Gli spacciatori messinesi “stoccavano” la droga in due locali di via Marco Polo a Contesse.