L'accusa riguardava la Jacuzzi della casa isolana di Luca Barbareschi. Sotto processo erano finiti anche i suoi tecnici e quelli della Sovrintendenza che avevano concesso la sanatoria. Al processo è emerso che i provvedimenti furono regolari.
Assolto perché il fatto non sussiste Luca Barbareschi, finito sotto processo a Messina, per la seconda volta, per la piscina Jacuzzi a Filicudi, tacciata di abusivismo.
Il processo davanti la seconda sezione penale del Tribunale (presidente Samperi) si è chiuso oggi con l'assoluzione piena dell'attore e dei coimputati. La Corte ha accolto la richiesta avanzata dalla stessa Procura – il PM Anna Maria Arena – ed ha dichiarato che il fatto contestato non è reato.
La richiesta di processo era stata avanzata dalla Procura di Barcellona che aveva acceso i riflettori sulla richiesta di sanatoria avanzata per la piscina e poi approvata dalla Soprintendenza di Messina. Una sanatoria firmata da 4 tecnici, che è costata il processo anche a loro: Anna Piccione e Antonino Greco Spanò della Soprintendenza, che secondo l'accusa "avrebbero intenzionalmente procurato all’attore un ingiusto vantaggio patrimoniale in violazione di legge e di regolamento", e i due tecnici di Barbareschi,Giuseppe Faranna e Adolfo Sabatini che avrebbero prodotto “eleborati grafici la cui rappresentazione dei luoghi si palesava difforme al vero”.
Nel corso del processo, in sostanza, non ha "tenuto" la consulenza tecnica effettuata per conto della magistratura, e il dibattimento ha convinto lo stesso Pubblico Ministero dell'Accusa a scagionare gli imputati, difesi dagli avvocati Romeo Palamara, Manuela Mancuso,Roberto Noschese, Giuseppe Donzelli, Rosario Venuto e Filippo Barbera.