Il presidente messinese del Tiro a Segno nazionale era stato incriminato dalla polizia municipale per la costruzione di un poligono ad aria compressa. Il giudice ha chiarito che non era necessario chiedere al Comune di Messina alcuna licenza edilizia
Assolto perché il fatto non sussiste. Si chiude così il processo davanti al giudice monocratico Grasso per il colonnello Pietro Bonura, presidente della sezione messinese del Tiro a Segno Nazionale, accusato di aver realizzato un poligono di tiro abusivo a Curcuraci.
Il giudice ha chiarito che, nelle strutture militari, per la richiesta di tali manufatti non è richiesta licenza edilizia né altri nulla osta e Bonura, difeso dall'avvocato Enrico Ricevuto, è stato scagionato.
La vicenda nasce da un controllo della polizia municipale avvenuto il 22 ottobre del 2014. I vigili contestavano in particolare che Bonura aveva commissionato i lavori di realizzazione della struttura di 16 metri quadri, in pilastri metallici e pannelli coibentati- destinata a tiro a segno – senza previa comunicazione al Genio Civile e in area sottoposta a ZPS.
Anche il Pubblico Ministero, sulla scorta della normativa relativa alle strutture militari, aveva chiesto l'assoluzione del presidente.