Va avanti il processo sul così detto caso Fenapi, che vede alla sbarra tra gli altri l'oggi sindaco di Messina, Cateno De Luca.
Il giudice monocratico Monforte ha aperto l'udienza poco dopo le 13 e l'ha chiusa soltanto a serata fatta, erano trascorse le 18, aggiornando tutto al prossimo 13 febbraio.
Dopo le dichiarazioni spontanee di De Luca del 21 dicembre scorso (LEGGI QUI), ieri si è aperto l'esame dei testimoni.
In particolare il Pubblico Ministero – il sostituto procuratore Francesco Massara – ha chiamato a testimoniare il luogotenente della Guardia di Finanza Rossello, ovvero uno dei principali investigatori che ha analizzato le carte della Fenapi e delle società collegate, che secondo l'accusa erano comunque tutte ricondubili alla "holding" di De Luca. L'Accusa lo ha interrogato fino alle 16 circa, e l'ufficiale ha ripercorso in particolare lo screening effettuato sulle fatturazioni.
La parola è poi passata all'avvocato Giuseppe Covino, il tributarista che insieme all'avvocato Giovanni Mannuccia assiste Carmelo Satta, che ha controinterrogato il luogotenente. Anche qui lo "scontro" è stato sulle fattture, che il finanziere ha ripercorso carte alla mano. Un sussulto, in aula, quando a proprosito di alcune l'ufficiale ha affermato: "chi ha mai detto che erano false?".
Si tornerà in aula tra meno di un mese, quindi, e la parola andrà agli altri difensori, in particolare agli avvocati Mannuccia, Carlo Taormina e Tommaso Micalizzi, per proseguire col contro esame dei finanzieri chiamati a testimoniare.
Usa QUESTO LINK per tutti gli approfondimenti
