Non c'è stata alcuna violenza. Nega l'episodio lo zio della ragazzina messinese che ha raccontato di essere stata abusata dal fratello del padre quando aveva soltanto 9 anni. Il trentenne, rinchiuso in carcere da mercoledì scorso insieme al fratello, accusato invece di aver picchiato la moglie, è stato interrogato ieri mattina dal giudice per le indagini preliminari Salvatore Mastroeni.
Assistitito dagli avvocati Giuseppe Irrera e Dario Cocivera, l'uomo ha scelto di rispondere ed ha fornito la propria versione dei fatti. Il faccia a faccia col giudice è durato circa mezz'ora, servita in sostanza all'uomo per negare del tutto l'episodio contestato, attribuendo il racconto della ragazzina, e tutto il resto venuto a galla con la denuncia della nonna materna, a dei rancori nutriti dai familiari della cognata nei confronti della famiglia del marito. Insomma, una guerra tra famiglie affini, che ha coinvolto anche la figlia della coppia.
Anche il fratello di 38 anni, padre della ragazzina abusata, è stato interrogato ed ha risposto, alla presenza del difensore, l'avvocato Piero Luccisano. A lui viene contestato di aver picchiato la ragazzina.
Proprio uno schiaffo troppo violento alla figlia, che oggi ha 15 anni, ha portato all'episodio scatenante dell'inchiesta. La giovane, picchiata, ha sbattuto contro un mobile ed ha continuato a subire i colpi del padre, infuriato perché la figlia aveva una relazione con un ragazzo più grande. Dopo aver perso i sensi e in serie difficoltà a camminare, coperta di ecchimosi, la ragazzina è finita in ospedale dove ha continuato a litigare col padre, rinfacciandogli la violenza subita dal fratello di lui, anni addietro.
E' a quel punto, appresa l'incredibile vicenda di un avvicinamento tra zio e nipote, avvenuto in casa di lui, in un momento di assenza della moglie, che la nonna materna della piccola ha deciso di rivolgersi alle forze dell'ordine.
Raccontando non soltanto gli ultimi sviluppi, ma di anni di soprusi subiti dalla figlia prima e dalle nipoti poi. "Tre giorni fa – scrive la nonna nella denuncia – ho appreso da mia nipote che lo zio paterno, quando aveva nove anni, le avrebbe "usato violenza" (ndr, preferiamo omissare il racconto dei particolari così come verbalizzati), facendole male, fatto questo riferito dalla stessa piscologa dell'ospedale. Quando mia nipote mi ha raccontato ciò, le ho chiesto se lo avesse anche detto ai suoi genitori e lei mi ha risposto di sì, che lo aveva raccontato alla mamma ma non ha fatto niente. Mentre stavo parlando con lei è entrata in camera l'altra sorella, a cui ho chiesto se anche lei avesse subito le stesse cose e lei piangendo mi ha risposto che anche a lei lo zio aveva fatto le stesse cose, anzi di più, non aggiungendo altro".
La nonna, quindi, ha raccontato che forse anche l'altra nipote, più grande della oggi quindicenne vittima, sarebbe stata abusata dalla zia. Fatti ora al vaglio degli investigatori.
Non è tutto, ed è il resto del racconto della nonna che rende ancora più inquietante la vicenda. "Io credo a quanto riferitomi dalle mie nipoti, e penso che mia figlia stia tacendo tutto per tutelare suo cognato e perché teme suo marito. Mio genero infatti è un tipo violento, diverse volte l'ha picchiata". E così la nonna racconta anche di diversi episodi in cui anche la figlia, madre delle ragazzine, in passato era stata picchiata dal marito, sotto gli occhi delle ragazze, che poi si era avventato anche almeno su una delle figlie, tanto da spedirle in ospedale. Ogni volta, ha raccontato la nonna, finita in ospedale la moglie ha raccontato di essere caduta. Una volta era andata via di casa, voleva separarsi, aveva portato via le figlie, poi è tornata col marito e da allora ha sempre taciuto su quanto accadeva in casa.
Come se non bastasse, la nonna svela anche agli investigatori che "Da ieri sera mia figlia e mia nipote mandano diversi messaggi alla più piccola per convincerla di dire di aver mentito e di dare un'altra versione dei fatti". Insomma, alla ragazzina abusata dallo zio e picchiata dal padre sarebbe stato anche chiesto di ritrattare.
A confermare il suo racconto, ripetuto da lei stessa agli investigatori, c'è anche quello indiretto del fidanzato, un ragazzo di qualche anno più grande. Sentito dalla Polizia, ha spiegato di aver capito quasi da subito, appena ha cominciato a frequentare la ragazzina, che qualcosa non andava, che lei non era serena. Ha così indagato con la sorella più grande, ed ha scoperto dell'abuso da parte dello zio. Quando ha chiesto spiegazioni alla fidanzata, lei in lacrime lo ha pregato di non farla più parlare: "è successo soltanto una volta ma sono rimasta complessata per anni". Per la ragazzina era soltanto colpa sua se lo zio aveva approfittato di lei, così le è sembrato, nel suo cuore di bimba di soli 9 anni, nella sua mente di bambina, e anche dopo, a lungo, diventando grande, le è servito parecchio tempo per superarla. Fino a quando il padre, a suon di ceffoni così forti da spedirla in ospedale, non l'ha riprecipitata nell'incubo.
Il giudice, su richiesta della Procura, ricevuta la richiesta d'arresto l'ha siglata, a tutela della mamma e delle figlie minori. Per gli investigatori e la Procura non ci sono dubbi sulle versioni fornite da nonna e nipote. Ma papà e zio negano, ed ora toccherà ancora una volta agli investigatori chiarire cosa sia realmente accaduto.