La Procura di Palermo gli contesta l'aver pagato, con fondi del gruppo parlamentare, alberghi ai familiari, dolci e sponsorizzazioni. Assolto invece l'ex Udc Totò Lentini.
Si chiude con un'assoluzione ed un rinvio a giudizio il vaglio preliminare di quel che rimane in piedi dell'inchiesta sulle così dette "spese pazze" all'Ars, che inizialmente aveva coinvolto quasi 90 deputati, compresa la delegazione messinese.
Il Giudice per l'udienza preliminare di Palermo, Marco Gaeta, ha scagionato l'ex deputato dell'Udc Salvatore Lentini – che aveva scelto il rito abbreviato, e rinviato invece a giudizio l'ex deputato messinese Franco Rinaldi.
Il giudice ha quindi accolto la richiesta della Procura, che accusa Rinaldi di peculato per una fattura di albergo, dove avrebbe alloggiato la moglie, e per il pagamento di un grosso quantitativo di dolci presso una pasticceria del capoluogo, pagati quasi 300 euro, ed il contributo per un torneo di calcetto. Tutto con i soldi del gruppo parlamentare – allora Rinaldi militava nelle fila del Partito Democratico.
Sarà ora il processo di primo grado a stabilire se l'accusa regge.
Un altro intoppo processuale, dunque, per il politico messinese, che proprio ieri ha "incasato" l'invito a dedurre della Corte dei Conti per le consulenze pagate sempre da deputato all'Assemblea regionale siciliana.