I tre messinesi sono stati assolti con formula piena dal giudice monocratico dopo 5 anni dall'apertura del procedimento penale. Non erano irregolari.
Cinque anni, le lungaggini e i costi di un processo penale e, alla fine, un verdetto di assoluzione piena dall'accusa di spari illegali. Sono state scagionate le tre persone denunciate nel 2013 dalla Forestale per aver utilizzato il tiro a segno dell'Annunziata, secondo l'Accusa in maniera irregolare.
Una vicenda che all'epoca dei fatti fece parecchio scalpore e che adesso si chiude col verdetto assolutorio per Letterio Cotugno, Nicola Abate e Giuseppe Bonasera.
Il giudice monocratico Scolaro, accogliendo la tesi dei difensori, gli avvocati Oreste La Torre e Alessandro Mirabile, ha deciso per l'assoluzione "perché il fatto non sussiste". Non c'era illecito, insomma, nessuna violazione hanno compiuto i tre cacciatori di 59, 54 e 67 anni rispettivamente, ai quali nel frattempo è stato ritirato il porto d'armi e hanno dovuto vendere i loro fucili da caccia.
La Forestale li aveva denunciati dopo un controllo e il verbale aveva portato all'apertura dell'inchiesta penale, concretizzatasi nella denuncia per entrambi di esercitarsi sostanzialmente in luogo non autorizzato, un poligono della cittadella universitaria, secondo i Forestali un luogo non idoneo perché troppo vicino alle abitazioni.
Il processo ha rivelato un'altra lettura dei fatti: i tre avevano regolare porto d'armi, il luogo era in aperta campagna e regolarmente autorizzata, in quel periodo, per l'attività venatoria.