Il trentaduenne di Camaro era stato arrestato a settembre dai Carabinieri. Non avrebbe condiviso la decisione dell'insegnante di affiancare il sostegno al ragazzino. Ieri davanti al giudice ha patteggiato.
Ha scelto di patteggiare il trentaduenne di Camaro arrestato dai Carabinieri il settembre scorso per aver minacciato pesantemente l'insegnante del figlio, "rea" di aver proposto l'insegnante di sostegno per il ragazzino. Minacce culminate nell'incendio dell'auto della maestra, parcheggiata nella centralissima Piazza Antonello. Il rogo richiese ore ai Vigili del Fuoco per essere domato.
La pena decisa per lui dal Gup Monia De Francesco, ieri al termine dell'udienza, è di tre anni di reclusione. L'uomo era difeso dall'avvocato Andrea Florio. Con lui davanti al giudice è finito il complice all'epoca dei fatti minorenne, che ha scelto una stada processuale diversa, optanto per il rito ordinario, ed è stato rinviato a giudizio. Sarà il Tribunale, quindi, nel suo caso,a stabilire se effettivamente ha avuto il ruolo di "palo" durante l'incendio dell'autovettura, così come gli contestano gli inquirenti. Ad assisterlo era l'avvocato Dario Cocivera.
Per il Pm Roberta La Speme non ci sono dubbi che siano stati loro, alla luce soprattutto delle indagini di sorveglianza esaminate dagli investigatori, e il movente è da cercare nella richiesta della maestra di affiancare al bambino una insegnante di sostegno, decisione che il padre aveva preso come una "offesa"
Quell'episodio era stato soltanto l'ultimo di una lunga sequela preoccupante, passata anche per un proiettile calibro 7,65 fatto trovare nella buca della posta, accompagnato da un biglietto minaccioso.
Le vittime, l'insegnante Domenica Cirino Aveni, e il marito Gino Bertolami, noto per essere il sindaco di Novara di Sicilia, si sono costituiti parte civile assistiti dall'avvocato Tommaso Calderone.