Scarcerato il messinese in attesa del processo bis per la morte della compagna contagiata. L'effetto valanga da fermare
MESSINA – Dopo l’annullamento della condanna di primo grado per un cavillo giudiziario, il messinese condannato a 22 anni per la morte dell’ex compagna di 45 anni esce dal carcere. Il così detto “untore” di Aids, che contagiò l’avvocata poi deceduta senza che la patologia le venisse riconosciuta se non troppo tardi, mentre lui le nascose sempre di aver contratto l’Hiv, ha ottenuto i domiciliari in attesa del processo.
Il provvedimento è della Corte d’Appello, che ha accolto la richiesta del difensore dell’uomo, l’avvocato Carlo Autru Ryolo. Di fatto l’uomo deve ancora essere riconosciuto colpevole o innocente, scrivono in pratica i giudici, quindi in attesa di processo i domiciliari sono sufficienti a soddisfare le esigenze cautelari.
L’annullamento della sentenza nel caso della avvocata scomparsa a Messina ha ormai effetti che vanno oltre il processo singolo, come accaduto per il processo di Lorena Quaranta. Un intervento legislativo o ordinistico non è più rimandabile.
Cosa c’entra l’invocazione di un provvedimento ordinistico? Secondo l’autore dell’articolo il Consiglio dell’ordine degli avvocati ha il potere di deliberare provvedimenti derogativi della legge? E’ quest’ultima che deve essere cambiata, prevedendo, ragionevolmente, che il limite di età per i giudici popolari vale al momento del conferimento dell’incarico e non a quello della deliberazione della sentenza. Semplice, no?
Un intervento legislativo o ordinistico non è più rimandabile,ma non rimandabile neanche il provvedimento contro chi ha sbagliato a mettere il giurato di quell’età ….un errore ripetuto che vanifica i processi che comportano spese importanti a carico soprattutto dalla famiglia offesa che si ritrova vittima di doppia ingiustizia!!!!!
Chi non ha vigilato è giusto che paghi .