Si inaugura oggi in Corte di Cassazione l'anno giudiziario e domattina è prevista la cerimonia d'apertura in Corte d'Appello a Messina. Per il Consiglio Superiore della Magistratura interverrà il procuratore aggiunto di Catania Sebastiano Ardita, eletto all'organo di autogoverno delle toghe la scorsa estate.
Per Messina si tratta del gradito ritorno di un magistrato che ha coordinato brillantemente la Procura ordinaria dello Stretto fino a pochi mesi fa, siglando importanti inchieste.
Palazzo Piacentini sarà tirato a lucido per l'occasione e non si lesinerà sui tappeti rossi, come ad ogni cerimonia inaugurale. Ma saranno puntuali anche le proteste per lo stato dell'amministrazione nel distretto.
"Anche quest'anno interverremo alla cerimonia per fare sentire la nostra voce. Dopo due anni, infatti, non è cambiato nulla", annuncia l'avvocato Patrizia Caccioppo, portavoce messinese del CIAG, la sigla nazionale che raccoglie gli assistenti giudiziari dichiarati idonei con concorso, ma mai entrati in servizio. Questo malgrado il personale della giustizia negli ultimi anni sia andato in pensione in numero massiccio, senza che sia stato rimpiazzato. C'è sempre meno personale in servizio nei vari uffici, al quale viene affidato senza criterio redistributivo il carico di lavoro prima svolto da altri, col risultato che la lentezza dei procedimenti si aggrava sempre di più. (QUI il link al sito dell'associazione)
Una situazione particolarmente grave a Messina, tanto da essere al centro della puntata della trasmissione di Rai 3 Presa Diretta dedicata allo stato della giusizitia italiana.
Anche per questo il CIAG chiede l'immediata entrata in servizio di 1860 assistenti giudiziari.
"Sarà un’ulteriore occasione per chiedere lo scorrimento integrale della graduatoria ma con tempistiche rapide e certe per consentire alla giustizia italiana di ripartire e per garantire quel ricambio generazionale di cui, finora, si è solo scritto e parlato – spiega Caccioppo – Il Ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, si è sempre espresso in favore di una giustizia diffusa sul territorio, vicina ai cittadini e volta a tutelare i loro diritti. Con l'approvazione della Legge Anticorruzione, meglio definita come “Spazzacorrotti”, è stata accolta anche la riforma della prescrizione, fortemente voluta dallo stesso Guardasigilli ed ancorata ad un importantissimo piano di assunzioni, a fronte di uno stanziamento di 500 milioni di euro. Approvata la Legge di Bilancio, dunque, da via Arenula e da tutto l'Esecutivo si attendono fatti concreti."
Di seguito, la relazione integrale che il CIAG presenterà sabato prossimo, con l'intervento a Messina dell'avvocato Cacioppo. I dati contenuti in essa rendono ben conto della portata del "disastro".
Il Comitato Idonei Assistenti Giudiziari si è costituito spontaneamente il 21 ottobre 2017 subito dopo la conclusione del Concorso a nr. 800 posti a tempo indeterminato per il profilo professionale di assistente giudiziario, area funzionale II, fascia economica F2, nei ruoli del personale del Ministero della Giustizia e indetto con Decreto del 18 novembre 2016. L'ex Guardasigilli, Andrea Orlando, decise di bandire il suddetto concorso per ovviare alle gravissime carenze di personale amministrativo negli uffici giudiziari italiani che, negli anni, hanno reso ingestibile la macchina della giustizia. Una selezione, fin da subito, fatta di numeri importanti: 356.768 registrazioni, 308.468 domande pervenute con una partecipazione, dall'8 al 24 maggio 2018 alla Fiera di Roma, di 79.322 candidati e ancora 14.000 postazioni per le preselezioni, 24 server di infrastruttura e 1.336 persone addette alla vigilanza. Il tutto per un costo complessivo di 4,5 milioni di euro.
Il risultato finale è stato una graduatoria finale di 4915 persone tra vincitori ed idonei e pubblicata dal Ministero della Giustizia lo scorso 14 novembre.
Il Comitato Idonei Assistenti Giudiziari è nato subito dopo la conclusione delle prove orali del concorso. Il suo unico obiettivo è quello dello scorrimento integrale della graduatoria, giudicato indispensabile per fronteggiare i vuoti di organico presenti negli uffici giudiziari del nostro Paese.
È un dato ormai oggettivo che la lentezza e l'efficacia della giustizia costituiscono parametri imprescindibili ai fini del giudizio sull'efficienza e sulla competitività di un Paese che sempre di più volge lo sguardo ai parametri di giustizia europei. Nel 2016 il rapporto sulla giustizia nell’Unione pubblicato dalla Commissione Europea, bacchettava l’Italia per la lentezza del proprio sistema giudiziario specie per la lunghezza dei processi civili. Peggio di noi soltanto Malta e Cipro. Tra le cause anche i vuoti di organico nei Tribunali e nelle Corti d’Appello.
Da allora le cose sono sensibilmente cambiate soprattutto grazie a politiche d’investimento sul personale amministrativo e su nuovi strumenti telematici. Il nostro concorso, indetto nel novembre 2016 ne è una chiara dimostrazione. Ma non è ancora sufficiente. A quanto appena detto va aggiunto che la preoccupante insufficienza di personale ha determinato e determina tuttora evidenti disservizi all'interno delle Corti d'Appello, dei Tribunali e di tutti gli altri luoghi in cui vi è domanda di giustizia, mettendo a rischio lo stesso decoro istituzionale che tali luoghi richiederebbero.
Tale situazione si riflette, in particolare, in capo al personale amministrativo della Giustizia che, in molti casi, non riesce più a garantire i livelli essenziali di assistenza amministrativa. Ovviamente, tutto ciò comporta gravi ripercussioni sul lavoro di magistrati, avvocati e di tutti gli operatori del diritto che, quotidianamente, si imbattono in ostacoli pratici e lungaggini di ogni genere. Procedere a nuove assunzioni diventa fondamentale anche alla luce della progressiva digitalizzazione della Giustizia.
La mancata immissione di personale qualificato, giovane e motivato, provocherebbe la perdita di un’intera generazione di persone in grado di interagire con i sistemi digitali. È opportuno sottolineare che il reclutamento di nuovo personale amministrativo, tra l’altro, non riuscirà a compensare le carenze presenti nei Tribunali. Ancora meno saranno le stabilizzazioni che riguarderanno soprattutto precari di lungo corso.
Ad oggi, il Comitato Idonei Assistenti Giudiziari conta più di 2.000 iscritti e le adesioni sono sempre più numerose mentre, a meno di un anno dalla conclusione del concorso, la graduatoria è stata più che dimezzata, a riprova della necessità di nuove assunzioni negli uffici giudiziari ma anche della bontà del lavoro svolto dal Ciag ad appena nove mesi dalla sua costituzione. Lo scorso 8 gennaio 2018 gli 800 vincitori del concorso hanno fatto il loro ingresso nelle cancellerie di tutta Italia nelle vesti di assistenti giudiziari. Il 9 febbraio è stata la volta di altri 600. Con un decreto a firma dell'ex Ministro della Giustizia, Andrea Orlando, lo scorso 1° Febbraio è stata disposta l'assunzione di 1420 idonei, 1014 dei quali hanno preso servizio il 26 aprile scorso. Un secondo blocco, composto da 420 persone, è in attesa di essere convocato per la prima decade di luglio per la scelta della sede e la contestuale firma del contratto. Con un comunicato del 10 maggio, Via Arenula ha reso noto di aver inviato richiesta formale al Ministero della Funzione Pubblica per l'assunzione di 200 unità.
Ad aggravare la situazione anche l'arretratezza in cui per anni è stato abbandonato il personale giudiziario e al quale soltanto di recente il Ministero della Giustizia ha deciso di porre rimedio con un decreto dello scorso 15 febbraio con il quale è stata disposta la riqualificazione delle piante organiche.
Per molti uffici l'immissione di nuovo personale all'esito del concorso per il profilo di assistenti giudiziari rappresenta l'ultima chiamata per la sopravvivenza della macchina giustizia. Ecco perché 3.000 assunzioni non sono sufficienti e le restanti 1860 rappresentano un numero troppo esiguo per ovviare alle carenze di personale amministrativo. C'è un altro tema centrale che non può essere trascurato e cioè quello relativo ai prossimi pensionamenti nella pubblica amministrazione. La Pubblica Amministrazione italiana può contare sul 70% in meno di dipendenti rispetto alla Germania, il 65% rispetto all’Inghilterra e il 60% rispetto alla Francia. Pochi i volti nuovi, con appena 64mila nuovi dipendenti pubblici mentre aumentano i precari che raggiungono quota 314mila, 25mila in più rispetto al 2015, su cui ancora non si vedono gli effetti delle recenti politiche di stabilizzazione. Un personale vecchio la cui età media si attesta intorno ai 50,34 anni e che cresce di 6 mesi ogni anno. Gli over 60 sono oltre 450mila, per il 62% costituito da diplomati. La nostra pubblica amministrazione è ormai prossima alla pensione e, pertanto, ha bisogno di nuovi profili, differenti e qualificati nonché in grado di adattarsi al cambiamento e alla trasformazione digitale in atto.
È necessario, dunque, un consistente ricambio generazionale che ancora non si vede all’orizzonte. Nel 2016, gli occupati nelle amministrazioni pubbliche erano 3.247.764 e 246.187 le persone uscite dalla PA che non sono state più rimpiazzate. I dati forniti lo scorso aprile dal “1° Rapporto Annuale della Funzione Pubblica Cgil sulle Amministrazioni” ci dicono che è prevedibile che almeno il 40% dei dipendenti dei comparti funzione centrale, locale e sanità, nei prossimi 6 anni, potrebbe raggiungere i requisiti per la pensione.
Per mantenere almeno l'attuale livello dei servizi e delle prestazioni negli stessi comparti è necessario assumere, nello stesso arco di tempo, 500.000 lavoratori. Per quanto riguarda il comparto giustizia, una significativa conferma è data proprio da un documento dell’Associazione Dirigenti Giustizia, redatto nel 2017, ovvero prima della conclusione del concorso per il profilo professionale di assistenti giudiziari, che delinea in modo molto puntuale, alcuni aspetti relativi al personale amministrativo in seno agli uffici giudiziari e che risultano di stretta attualità.
In particolare, si sottolinea come tutti i dipendenti assunti negli anni '70 e '80, fra i quali 2.500 assistenti giudiziari, siano ormai prossimi alla pensione. In particolare, dalla documentazione in nostro possesso, emerge che tra il 2018 ed il 2020 andranno in pensione circa 2.000 assistenti giudiziari. Pertanto, per sopperire ad ulteriori carenze di organico si renderà necessario un corposo sblocco del turn over per il quale non è necessaria la copertura della spesa in legge di bilancio ma è indispensabile la volontà politica del Ministro della Giustizia allo scopo di rendere effettiva una capacità già riconosciuta normativamente.
In tal modo, si potrebbe procedere allo scorrimento della graduatoria in tempi rapidi. In relazione, poi, ai processi di riqualificazione interna del personale amministrativo del comparto giustizia ed in particolare a fronte delle carenze dettate dal passaggio dal profilo di assistente giudiziario a quello di cancelliere esperto di recente introduzione, riteniamo che queste ulteriori scoperture potrebbero essere compensate dal totale assorbimento della graduatoria suddetta.
Fin qui un'analisi oggettiva che, però, spiega l'attività del Comitato Idonei Assistenti Giudiziari finalizzata allo scorrimento integrale della graduatoria. In circa nove mesi di lavoro, il Comitato si è interfacciato con rappresentanze del mondo politico e sindacale senza trascurare le istituzioni giudiziarie che meglio di tutti conoscono le gravi condizioni in cui versano gli uffici giudiziari del nostro Paese.
Le istanze del Comitato sono state divulgate anche in occasione della cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario quando la voce dei suoi esponenti era presente nella quasi totalità delle Corti d’Appello a scandire le richieste di assunzione di nuovo personale negli uffici giudiziari soprattutto a fronte dell’enorme mole di pensionamenti che, a partire da quest’anno, interesserà i vari comparti dell’amministrazione giudiziaria. Sebbene si sia costituito da poco, il Comitato Idonei Assistenti Giudiziari ha già ricevuto numerosi attestati di sostegno, segnale chiaro di un'urgenza di nuove assunzioni riconosciuta unanimamente da tutti.
A sostegno delle istanze del Ciag, sono arrivate anche le dichiarazioni di personalità autorevoli delle istituzioni giudiziarie. L'Associazione Nazionale Magistrati, nella persona del suo Presidente Francesco Minisci, il 19 giugno scorso, ha ricevuto una delegazione del Comitato, dicendosi pronto ad appoggiare la richiesta di scorrimento totale della graduatoria definendola una priorità dell'Anm, convinto che il personale amministrativo degli uffici giudiziari rappresenta la spina dorsale della giustizia. Secondo Minisci servono risorse che devono essere opportunamente utilizzate sull’edilizia giudiziaria, sulla sicurezza degli edifici giudiziari, sull’informatizzazione e sul personale amministrativo.
Ad oggi mancano ancora 8.000 unità di personale amministrativo. L'Anm chiede con forza che i restanti 1860 idonei della graduatoria vengano introdotti immediatamente. Parole autorevoli quelle di Minisci che, nel corso di un intervento tenutosi a Torino il 9 giugno scorso, a margine di un convegno organizzato dall'Associazione Dirigenti Giustizia aveva chiesto al nuovo Esecutivo una politica della Giustizia che fosse sistemica e lungimirante, soprattutto sotto il profilo dell'organizzazione giudiziaria che è l’aspetto che maggiormente riguarda gli assistenti giudiziari.
Linea condivisa anche dal Vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura, Giovanni Legnini, il quale ha più volte auspicato l'assunzione degli idonei e ha invitato, altresì, il Ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, a proseguire su un lavoro di rafforzamento di organi magistratuali. In sostanza, secondo Legnini, è opportuno trovare una continuità.
Concetto condiviso anche dal Presidente del Consiglio Nazionale Forense, Andrea Mascherin che già in passato, più volte, si è espresso a favore della causa del Ciag. Infine, le dichiarazioni più autorevoli sono arrivate dal Ministro della Giustizia, Avv. Alfonso Bonafede, che lo scorso 22 giugno, nel corso del convegno “Verso il Codice dell’Organizzazione degli uffici giudiziari”, organizzato dal Consiglio Superiore della Magistratura, ha voluto sottolineare come la loro efficienza costituisca uno dei pilastri dell’organizzazione giudiziaria e condizione essenziale attraverso cui passa la credibilità della giustizia agli occhi dei cittadini.
Altre parole a favore del Ciag sono state pronunciate lo scorso 27 giugno, in occasione della Seduta Straordinaria dell’Assemblea Plenaria del Csm, presieduta dal Capo dello Stato Sergio Mattarella alla presenza del Guardasigilli. Questa volta, a farsi portavoce, della necessità di nuove assunzioni negli uffici giudiziari italiani è stato il Consigliere Francesco Cananzi il quale, durante il suo intervento, ha sottolineato che non basta la sola cultura dell’organizzazione senza risorse aggiuntive adeguate.
A sostegno delle istanze del Ciag, inoltre, sono state presentate tre interrogazioni parlamentari da parte di vari schieramenti politici. La prima, nr. 4/00053 in data 3 maggio, a firma dell'On. Ernesto Magorno (Pd) a cui ha fatto seguito l'interrogazione parlamentare nr. 4/00284 dell'On. Maria Carolina Varchi di Fratelli d'Italia dello scorso 11 giugno e l'ultima a firma degli On. Federico Conte e Giuseppina Occhionero (Leu) nr. 5/00151. Quest'ultima è stata al centro del question time dello scorso 18 luglio nel corso della quale il Ministro Bonafede, rispondendo al quesito dei deputati di Leu, ha ufficializzato nuove assunzioni con lo scorrimento di circa 420 unità della graduatoria e confermato la richiesta di autorizzazione all'assunzione di ulteriori 200 assistenti giudiziari, mediante lo scorrimento della graduatoria di tale concorso.
Forte di aver acquisito nuovi e importanti alleati e convinto che soprattutto grazieForte di aver acquisito nuovi e importanti alleati e convinto che soprattutto grazie all'immissione di nuove risorse si possa ridurre il divario tra l'attesa di giustizia e la richiesta di quest'ultima da parte dei cittadini, il Comitato continua il proprio lavoro e chiede che il Ministro della Giustizia compia l’ultimo passo ponendo il sigillo della volontà politica su un provvedimento, l’assunzione di 1860 assistenti giudiziari, ormai indifferibile