Gli avvocati siciliani lanciano monito sui rischi costituzionali per la mancata ripartenza della giustizia dopo l'emergenza coronavirus e chiedono misure univoche
Nuovo monito degli avvocati sui rischi e i problemi connessi alla mancata ripartenza del settore giustizia in fase 2, dopo il lockdown per l’emergenza coronavirus. L’ultimo richiamo è del direttivo dell’Unione degli Ordini forensi e i consigli dell’Ordine degli avvocati della Sicilia. Riuniti in seduta plenaria a Palermo, gli avvocati siciliani hanno stilato un documento, firmato dal dell’Unione, l’ avvocato Giuseppe Di Stefano. Del direttivo fanno parte anche i messinesi Vincent Molina e Antonio Centorrino.
Nel documento gli avvocati siciliani puntano il dito contro la mancata uniformità delle disposizioni adottate nei diversi tribunali e uffici giudiziari e della sostanziale situazione di stallo che si è venuta a creare e che sembra doversi protrarre ancora a lungo, mettendo a rischio gli stessi fondamenti democratici.
“Ad oggi in molti uffici giudiziari siciliani, malgrado il regime di sospensione dei termini si sia interrotto l’11 maggio scorso, e nonostante il contenimento dell’epidemia, si registra una ripresa delle attività talmente limitata da risultare mortificante per le aspettative dei cittadini e la tutela dei loro diritti – fa notare l’Unione – In alcuni uffici è stata pienamente riavviata l’attività, mentre in altri la ripresa si è di fatto procrastinata sine die, con grave pregiudizio per la tutela dei diritti e l’uniformità delle regole, in danno anche dello stesso principio di uguaglianza dei cittadini”.
L’Unione e i 16 fori siciliani, perciò “ancora una volta con rinnovata unità e piena considerazione per la tutela dei diritti dei cittadini e per le responsabilità gestionali dei capi degli uffici giudiziari tutti, sollecitano l’adozione di tutte le misure affinché, senza ulteriore ritardo, negli uffici giudiziari siciliani vengano organizzate e consentite tutte le attività giurisdizionali processuali, e cioè sia quelle di udienza che quelle, connesse, di accesso agli uffici per esame fascicoli, richiesta copie, richiesta notifiche, ritiro atti, richiesta e ritiro provvedimenti giurisdizionali; l’adozione di tutte le misure idonee in concreto affinché in ogni Corte di Appello, Tribunale, Ufficio del Giudice di Pace e ufficio notifiche, sia assicurata la presenza del personale necessario all’ordinario funzionamento degli uffici; chiedono la costituzione di un tavolo di concertazione regionale, che coinvolga tutte le componenti della Giurisdizione in Sicilia, finalizzato al completo riavvio dell’attività giudiziaria”.
Gli avvocati siciliani sollecitano poi l’impegno del Consiglio nazionale forense, dell’Ocf, della Cassa Forense, del Ministro della Giustizia e del Ministro per la Pubblica Amministrazione, perché adottino “ogni iniziativa utile a riprendere concretamente l’attività giudiziaria, in tutto il territorio nazionale, con criteri di uniformità, che assicurino, insieme al sereno e regolare esercizio della giurisdizione, la certezza del diritto ed il rispetto delle norme processuali, presidi fondamentali di garanzia per ogni cittadino.”
In mancanza di una ripartenza vera, spiega l’Unione, gli avvocati siciliani adotteranno tutte le iniziative di protesta e agitazione annunciate dall’Organismo Congressuale Forense.