Grande partecipazione per la tavola rotonda con amministratori, magistrati e avvocati promosso dalla Camera penale minorile di Messina nel centro nebroideo.
L’importanza della famiglia per tutelare i minori, soprattutto quelli in situazione di disagio. Gli strumenti di tutela del minore, e le buone prassi per intervenire nei casi in cui i più giovani si trovino ad avere a che fare con la giustizia. E’ questo il tema che ha visto intorno al tavolo magistrati, avvocati, rappresentanti delle istituzioni, per il convegno promosso dalla Camera Penale Minorile di Messina. La Camera, presieduta dall’avvocato Antonio Centorrino, ha scelto non a caso Tortorici per la tavola rotonda denominata “l’Integrità della famiglia come valore fondamentale della società”.
Il momento di studio si è tenuto nella chiesa monumentale della Badìa, con il patrocinio del Comune di Tortorici ed accreditato dal Consiglio dell’Ordine degli avvocati di Patti per la formazione e la specializzazione dei legali nell’ambito del corso di diritto civile minorile.
In esordio ha porto i saluti il sindaco Antonio Paterniti Mastrazzo che ha evidenziato l’attenzione posta ai temi dell’incontro ed alle attività in itinere nel suo quotidiano ruolo socio-istituzionale.
A seguire ha aperto i lavori, moderati dal giornalista Salvatore Pernice, l’avvocato Carlo Faranda, avvocato penalista ed organizzatore dell’incontro d’intesa con la camera minorile di Messina per la formazione decentrata dell’avvocatura, primo del suo genere in detto luogo, nell’ottica della migliore specializzazione e diffusione di tematiche e procedure minorili per stimolare e sensibilizzare le locali forze istituzionali alla necessaria sintonia tra gli operatori minorili per la migliore difesa dei Minori. Abilmente stimolato dal moderatore, è intervenuto Don Antonino Nuzzo, Pastore delle anime in Tortorici, che ha dissertando sul significato e sui contenuti della “Famiglia”, evidenziandone l’alto valore sociale e tracciando i peculiari aspetti di tale nucleo primario della società, che deve considerarsi pregno non solo di contenuti materiali per la convivenza e mutuo aiuto tra loro, ma anche morali e trascendentali quali membri legati dal sacro vincolo della consanguineità che li unisce naturalmente ed indissolubilmente. L’unione di esse crea la Comunità e la loro integrità la rende forte qualora adeguatamente attenzionata e salvaguardata. La parola è passata dunque alla dottoressa Rosalia Russo Femminella – Giudice presso il Tribunale di Patti, interpellata dal moderatore sull’attuale crisi della Famiglia e sui cruenti fatti di cronaca cui ormai quotidianamente la società è costretta a subire.
L’illustre Magistrato, Giudice delle separazioni e del divorzio, ha marcato come egli sia chiamato istituzionalmente ad intervenire solo nel momento in cui la Famiglia entra in crisi e quanto soprattutto delicato debba essere il suo intervento soprattutto quando la relativa procedura vede coinvolti figli minori della coppia. Ha inteso evidenziare come di fondamentale importanza sia il dover tenere sempre presente, in ogni decisione, il c.d. “interesse superiore del Minore” cui le attività di tutti gli operatori che li trattano in detti frangenti devono tendere. Ha poi trattato delle unioni civili e della loro disciplina, raffrontando i peculiari aspetti di tale istituto di recente istituzione al matrimonio, evidenziandone le differenze. Chiamato ad intervenire sui preminenti fenomeni sociali particolarmente pregiudizievoli oggi per i minori e la famiglia, l'avvocato Antonino Centorrino – Presidente della Camera Minorile, ha evidenziato la assoluta necessità di adeguata vigilanza sui Minori da parte dei componenti della Famiglia anche allargata (parenti) e degli organismi sociali deputati alla loro tutela e sostegno (scuola, servizi sociali, figure mediche, organizzazioni sportive, organismi religiosi, ecc.) poichè, allorquando l’equilibrio dei Minori vacilla, l’inevitabile effetto è che anche quello della famiglia diventa precario e conseguentemente, ciò mina anche quello della società.
Tre i principali fatti-reato dalle gravissime conseguenze, anche giudiziarie, posti all’attenzione dell’uditorio: i maltrattamenti in famiglia, con le terribili e spesso ineliminabili conseguenze; il dilagare dell’uso e cessione di sostanze stupefacenti, particolarmente dannosi per la psiche soprattutto in età adolescenziale; la pedo-pornografia, quale subdolo cancro sociale facilmente insinuabile attraverso internet tra i Minori, con personalità (anche sotto il profilo delle nascenti pulsioni sessuali) in formazione ed inevitabilmente debole.
Sulla maternità surrogata e sul cosìdetto “utero in affitto” è stato chiamato a discettare il professora Stefano Agosta, docente all’Ateneo messinese di diritto costituzionale, il quale ha relazionato sulla legislazione vigente in materia, sui divieti vigenti in Italia e sull’evoluzione giurisprudenziale nazionale che ha dovuto sopperire ad esigenze familiari e sociali ormai divenute ineludibili e su quella legislazione europea ed internazionale che, più permissiva, pone molti problemi nel nostro Stato. Molteplici sono stati gli esempi pratici con cui ha arricchito la sua dissertazione, concludendo per l’auspicabile abbattimento delle evidenti barriere ormai divenute incomprensibili oltre che inutilmente afflittive.