L’Acr guarda già al domani. Per il passato: grazie Lello Manfredi, messinese vero

L’Acr guarda già al domani. Per il passato: grazie Lello Manfredi, messinese vero

Emanuele Rigano

L’Acr guarda già al domani. Per il passato: grazie Lello Manfredi, messinese vero

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martedì 19 Giugno 2012 - 00:54

L’ormai ex presidente è riuscito nel miracolo di salvare la scorsa estate il club da una fine quasi certa, ridotandolo di appetibilità e credibilità. Ha guidato il Messina per soli dieci mesi, ma siamo certi che dai tifosi non verrà dimenticato

La garanzia di solidità rappresentata dal gruppo appena subentrato alla guida dell’Acr Messina sembra avere spazzato in breve tempo tutto ciò che di disastroso è accaduto negli ultimi anni. Quasi un sogno, una speranza che la tifoseria covava da tempo. Come non esserne felici! Non può però essere dimenticato ciò che è stato fatto negli ultimi dieci mesi: quello sì, deve essere visto come il punto da cui si è ripartiti, al di là dei progetti e degli uomini che da qui in avanti saranno diversi. Non ci può essere presente e futuro senza passato. Non ci sarebbe oggi il Messina dei Lo Monaco senza l’Acr di Lello Manfredi. Senza gli sforzi di coloro che la scorsa estate lottarono per iscrivere la squadra al campionato di serie D. Quella grinta e quello spirito non possono essere rimossi. Ciò che è stato fatti tra mille sacrifici, anche rimettendoci del proprio, non solo finanziariamente. Adesso l’Acr Messina può programmare, può provare a recuperare il terreno perduto. La trattativa lampo per il passaggio di mano al sodalizio che ha operato negli ultimi due anni a Milazzo non può che far sorridere pensando al domani. Per lo meno c’è la certezza di essersi affidati a persone competenti.

Il primo grazie, di questo siamo certi non si offenderà nessuno, lo vogliamo rivolgere a chi ha guidato la nave fino a venerdì scorso. Lo ribadiamo e non crediamo di esagerare. In questi dieci mesi è stato coniato il termine di “traghettatori” per definire chi si era posto l’obiettivo di portare il Messina fuori dagli inferi. Ora finalmente l’imbarcazione pare abbia raggiunto un approdo sicuro e chi ha operato, mosso dalla passione, sempre conscio del proprio ruolo, tornerà a seguire il Messina da tifoso e sostenitore. Ma certi esempi vanno mantenuti bene in mente. Per noi uno su tutti, quello di Lello Manfredi. Il suo essere capace di assumersi responsabilità, di dialogare all’interno e all’esterno della società, di farsi mediatore, di suonare la carica nei momenti di difficoltà non può essere scordato. Non è stato difficile per lui, semplicemente perché può definirsi un messinese vero. Da molti lo scorso luglio è stato etichettato come “pazzo”. Solo un pazzo poteva pensare di salvare l’Acr Messina. Eppure accanto ad un pazzo se ne sono aggiunti tanti altri, gli altri soci, decine di tifosi, alcuni organi di informazione, chi ha sempre creduto in un futuro migliore per il calcio messinese. Lello ha garantito l’appetibilità dell’Acr, recuperando in parte, soprattutto sul piano dell’immagine, i guai generati dalle precedenti gestioni.

Non vuole essere piaggeria. Non ne avremmo ragione. In una città in cui si parla molto e si fa poco, troppo poco, Lello Manfredi ha salvato una squadra di calcio, con pochi soldi ma con tanto cuore. Questo è un dato di fatto. Si è autodefinito più volte il presidente più povero d’Italia, ma la ricchezza in certi casi non si misura con le banconote e i contocorrenti, ma solo con quello che riesci a trasmettere alla gente, che lasci nella mente e nel cuore. Qui scrivo volutamente a titolo personale, ma sono certo di leggere il pensiero di tanti tifosi del Messina. Lello, anche se è stato solo per pochi mesi presidente della squadra della città, non verrà dimenticato. Ha scritto il suo nome sulla lunga storia del calcio cittadino come il comandante che ha acciuffato in mano il timone mentre la nave imbarcava acqua e nessuna scialuppa appariva idonea a salvare l’equipaggio e la stessa nave. Ci ha creduto e ce l’ha fatta. La sua capacità di trascinare, la voglia di far sentire l’Acr come la squadra di tutti, ha permesso a molti messinesi di partecipare attivamente alla vita del club. E’ sempre stato dalla parte dei tifosi, perché capace di interpretarne pensieri e sentimenti. Purtroppo la stagione non è andata sportivamente come desiderato, ma comunque il miracolo può dirsi concreto e completo. Ecco perché Lello Manfredi, da me come da altri, non verrà dimenticato. Sono certo che verrà citato tra i ricordi sportivi che verranno raccontati e trasmessi ai figli, forse come presidente che salvò il Messina dall’ennesima, quasi certa cancellazione o più probabilmente “solo” come un MESSINESE VERO.

Emanuele Rigano

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