Nel pre partita di Potenza l'allenatore spiega il suo silenzio di 61 giorni. Poi parla di mercato, torna sull'asticella da alzare e rimprovera chi l'ha attaccato sul personale
MESSINA – Dopo 61 giorni di silenzio, dal post partita in casa contro il Monopoli, con l’ultima dichiarazione pubblica nel post Avellino, torna a parlare mister Giacomo Modica e si toglie qualche sassolino dalle scarpe. L’ufficio comunicazione tiene a precisare prima che inizi a parlare l’allenatore che il presidente tiene a sottolineare come non ci sia nessuna nuova trattativa, smentite quindi categoricamente notizie uscite, non ci sono state Pec e null’altro. Questi gli auguri del tecnico: “Natale è una festa di famiglia, mettiamoci nelle condizioni di avere un sorriso e auguro a voi e le vostre famiglie di avere tanta serenità e salute. Auguri buon Natale a tutti”.
Il momento che si vive in squadra
La conferenza è iniziata chiedendo al mister come stesse lui e la squadra, visto il momento negativo che sta passando e il recente addio di Pavone che è andato a Trapani. “Io sto bene, la squadra pure – esordisce così mister Modica – abbiamo un impegno e dobbiamo essere preparati a contrapporci a questo impegno, poi ci sarà una sosta e dobbiamo vedere su che falsa riga riusciremo ad aggiustare il tutto con l’ausilio del presidente che mi ha garantito rafforzerà la squadra. Sul resto ho poco da dire, lo sapete più voi che io di Pavone, ognuno fa le sue scelte io non posso sindacare sul perché e per come. Ci sono cose che si possono dire e cose che non si possono dire. Ognuno fa le sue scelte in funzione del ruolo, Pavone ha fatto una scelta a 74 anni e non posso essere io a giudicarle, ci sono persone preposte a parlare del suo desiderio di cambiare e andare via, non è stato certo perché io ho detto Pavone vattene. Abbiamo fatto tutto insieme e ne ho preso atto”.
Le mosse future del club
Sulla permanenza del tecnico a Messina lo stesso ammette che fino a ieri era in dubbio. Rescindendo fino al 20 dicembre avrebbe potuto firmare altrove, passato quel termine non più e commenta le mosse future: “Io non sapevo fino a ieri se rimanevo, Costa è andato a fare un esame e non è qua con noi. Il piano per il futuro? Posso dire che il presidente ha rassicurato me dicendomi ‘da qua non te ne vai’ e ‘rinforzerò la squadra’. Il mercato non apre prima dell’1 gennaio, sappiamo dove siamo scoperti. Io non voglio giustificare nulla, i punti sono questi, la classifica quella, è già un bel po’ che siamo martellati. Questa squadra se vince a Potenza ha gli stessi punti dell’anno scorso. Se ce l’avete con Sciotto perché mettete tutti nel calderone? Sono da due mesi che non viviamo più qua. Volete lo squadrone? Non posso farlo. Se non mi rafforzano la squadra non so cosa sto a fare qui, io conosco questi ragazzi, attraverso una miglioria possiamo fare un campionato dignitoso, se così non è inutile che stiamo qua. Più volte ho invitato il presidente a parlare. Ci sono tante cose che bisognerebbe fare, ma se uno non fa e non se la sente non posso obbligarlo. Io posso parlare della parte tecnica, io sono più tifoso di quelli che sono alla tastiera, io lascerei gli emolumenti, ma se non viene migliorato l’organico che stiamo a fare qui? Pettinare le bambole? Se uno vuole migliorare, qualcosa andrà fatta. Posso suggerire chi deve essere utile alla squadra, ma non esco i soldi”.
Via i sassolini dalle scarpe
Spiegando il suo silenzio di più di due mesi così Modica: “Mi conoscete per la mia massima trasparenza e lealtà e sono arrivato più volte a dire ciò che pensavo mettendo la mia faccia a dispetto di tutto. Tecnicamente posso prendermi responsabilità di un discorso di classifica di una squadra che ora sta andando male, accetto le critiche fa parte del mio lavoro. Non le accetto sull’uomo e su come vengono infangate le persone, non mi sta più bene quando mi si augura la morte. Io sarò di passaggio e non so quanto duro, ma il Messina è un bene istituzionale. A voi qualche volta vi posso rimproverare e vorrei vedervi più presenti (rivolto ai giornalisti, ndr). Rispetto il pubblico e so che con loro avremmo avuto quattro punti in più. Vanno rispettati perché hanno preso una linea netta e chiara, mi dispiace perché mi mancano. Io sono stato in silenzio perché tutto ciò che dico viene riportato in maniera diversa, chi me lo fa fare parlare. Voglio chiarire alcuni concetti non polemizzare o andare allo scontro, se nell’insieme non vedo mai nessuno non è sempre verità quello che poi viene scritto”.
Sul prossimo mercato
“Quando parlavo di alzare l’asticella io sapevo che c’era una cordata che doveva portare soldi e pensavo che mettendo insieme i soldi del presidente sarebbe uscita una bella squadra. Se tutto ciò non è stato fattibile e possibile le cose non sono andate come pensavamo. Abbiamo una squadra giovane simpatica amorevole, non ho mai allenato un gruppo così bello. C’è una fragilità che parte dalle tante sconfitte, questa squadra è da sola. C’è solo la polemica da tre mesi contro l’allenatore, ora ci alzeremo le manichette e lavoreremo, abbiamo ancora desiderio di combattere c’è possibilità di rinforzarla e vediamo dove possiamo arrivare. In alcuni momenti si può dire la verità, in altri sono secretato da motivi di lavoro o motivi tecnici. Io mi sono incontrato qualche giorno fa col presidente, il discorso del direttore sportivo non lo faccio io, ma chiarisco che lo scorso anno per proteggere altri ho detto ‘questa squadra l’ho fatta io’. Quest’anno conoscendo Pavone da 40 anni se lui reputa il giocatore buono e lo prende io mi fido e sono convinto che andrà bene”.