Alessandro, Michele e Rollo da Pavia "con la passione di far ridere e stare insieme" in giro per l'Italia con uno spettacolo anche a Messina "il calcio da noi è una religione, noi sempre rispettosi"
MESSINA – Alessandro (Iraci), Michele (Negroni) e Alessandro “Rollo” (Trolli) sono i tre pavesi meglio conosciuti con il nome de “Gli Autogol”. I tre giovani si sono conosciuti a teatro a Pavia, una città che ha dato tanto al mondo dell’intrattenimento: Gerry Scotti, Maria De Filippi e gli 883. Magari fra trent’anni girano ‘La fantastica storia de Gli Autogol’. Certo, se il successo arriva per la separazione – scherzano – ci facciamo un pensierino”. Da fenomeno social, cavalcando la novità YouTube, si sono affermati ricevendo di fatto il benestare di calciatori e tecnici che si sono anche prestati a brevi sketch con loro, e sono ora sbarcati, un ritorno in realtà, a teatro con il loro “Calcio Spettacolo”.
In giro per l’Italia in 34 date, di cui 4 in Sicilia tra fine marzo e inizio aprile, con uno spettacolo di circa due ore che richiama tanti temi calcistici e legati anche al mondo del fanta calcio, con all’interno le loro storiche imitazioni. Tra le quattro date siciliane anche Messina l’1 aprile prossimo e prima di questo appuntamento abbiamo fatto una chiacchierata con loro. Il trio, molto affiatato e unito, ha risposto alle domande come fosse un’unica entità e ci ha raccontato gli inizi con la passione che piano piano diventa lavoro, fino ad oggi.
Come nascono ‘Gli Autogol’?
“Inizia da una passione che ci accomunava – risponde il trio – far ridere le persone e stare insieme. Noi ci conosciamo a teatro, in una compagnia di ragazzi dell’oratorio, ci si trovava e si mettevano in piedi gli spettacoli. Michele è stato il fondatore della compagnia (Alessandro era suo compagno di classe si è aggiunto e successivamente si unisce anche Rollo che era più piccolo, ndr). Iniziamo anche la radio insieme (Alessandro fa uno stage universitario e poi coinvolge gli altri due del trio, ndr). Inizialmente nei ritagli di tempo facevamo questo e continuavamo a studiare o lavorare, poi ad un certo punto abbiamo lasciato il lavoro serio, in ogni famiglia ad un certo punto di sente dire ‘trovati un lavoro serio’. Iniziamo a girare sul web le parodie, c’è ancora la pagina ‘Le parodie di Pavia Sport Mania’, poi arriva Radio 105 che ci offre lo stipendio, poco, ma nei primi tempi andava benissimo e ci permetteva di dedicarci solo a questo”.
L’aver cominciato in due con il terzo che si aggiunge in seguito ricorda anche ‘Aldo, Giovanni e Giacomo’, un altro famosissimo trio, qual è il vantaggio di essere in tre?
“Il fatto di essere in tre nella nostra storia è stato fondamentale. Nel momento in cui non ti vengono le idee non sei da solo, sul palco poi questa è una caratteristica che viene fuori maggiormente, anche con la presa in giro tra noi. Diventa tutto molto vivo e si nota di più. Inoltre il trio democraticizza anche quando prendiamo le decisioni”.
Ma il nome ‘Gli Autogol’? Come è arrivato?
“Il nome in realtà non nasce da noi, abbiamo iniziato con il nome della prima pagina Facebook ‘Le parodie di Pavia Sport Mania’ che non era chiaramente il massimo. Per un evento serviva un nome, avevamo poco tempo e abbiamo chiesto ad un amico di Michele con molta creatività, lui ci ha proposto per messaggio ‘Gli Autogol’, ci è piaciuto e l’abbiamo tenuto”.
Quando avete iniziato tanto vi hanno aiutato i nuovi mezzi, poi c’è stata l’esplosione.
“Abbiamo iniziato intorno al 2009 caricando questi video per gioco e curiosità nei confronti del mezzo nuovo che era YouTube, rapiti dal fascino di questa rivoluzione del web che poteva potenzialmente essere visto in tutto il mondo. Un modo diverso per farsi conoscere nei video che facevamo nella radio locale, un modo per uscire dal pavese, ma anche solo dal palazzo dove registravamo. È stata una grande fortuna nascere nel periodo in cui sono arrivati i social, abbiamo cavalcato l’onda e siamo stati bravi a sfruttarla. I social oggi assieme alla tv, e sicuramente per i giovani in particolare, crediamo siano il mezzo principale. Sulla nostra crescita in realtà noi ne abbiamo avuta una abbastanza linea. Non c’è mai stato un picco che ci ha portato in alto velocemente. È stato un percorso graduale, e crediamo abbia aiutato a prendere ritmi e capire, perché non ci è esplosa nessuna bomba in mano che non sapevamo come gestire”.
Vi siete tuffati sul calcio che non dico sia stato facile ma vi ha aiutato. Ma giusto per curiosità qualcuno di voi tre giocava?
“Il calcio in Italia è una religione, lo paragoniamo alla politica e sul calcio però si scherza. Come diceva Sacchi ‘il calcio è la cosa più importante della cose meno importanti’. Su di noi non giocavamo a calcio, infatti abbiamo fatto le parodie. In realtà abbiamo provato tutti e tre ma abbiamo lasciato in tempi diversi”. Due del trio (Rollo e Michele) confessano che hanno ripreso col calcetto settimanale, mentre il terzo, Alessandro l’ultimo a mollare poi ha lasciato completamente “dandosi” al ciclismo.
Facendo satira e prendendo in giro calciatori e allenatori vi è mai capitato che qualcuno si risentisse? Inoltre immagino abbiate dei personaggi preferiti da imitare.
“Storicamente non abbiamo mai ricevuto feedback negativi, magari qualcuno se l’è presa più di altri ma comunque l’imitazione è sempre un buon segno, fa parte del gioco e comunque se la ricevi significa che hai avuto successo. Poi a noi riconoscono di essere sempre stati rispettosi, non c’è mai l’intenzione di offendere. Abbiamo avuto la possibilità di fare le imitazioni a personaggi che avevamo accanto: Allegri e Chiellini. Ci siamo visti anche con Zlatan, anche se non uscì alcuno sketch. Questi sicuramente sono i personaggi a cui siamo più legati, di Antonio Conte ancora sappiamo che si guardava le parodie”.
In ultimo chi dovrebbe venire a vedervi a Messina?
“Chi vuole divertirsi e chi ama il calcio. Se vi piace viverlo in maniera spensierata vi aspettiamo a vedere ‘Calcio spettacolo’, vi fate tante risate pensando al calcio e sui nostri personaggi”.
