Ci saranno nuovi sport e attività anche per il pubblico. Luca Famà, dell'incubatore "Crescendo": "Vogliamo creare un evento che possa diventare una tradizione"
MESSINA – Dal 6 all’8 ottobre torneranno gli Unime Games, a un anno di distanza dal successo della prima edizione, vinta dal dipartimento di Patologia umana. Organizzato dall’incubatore di idee “Crescendo”, l’evento si propone di coinvolgere l’intera comunità studentesca e non solo, con l’aggiunta di discipline in cui sfidarsi e tante attività anche per il pubblico.
Famà: “Vogliamo coinvolgere tutti”
Luca Famà, uno dei fondatori di “Crescendo”, racconta: “Gli Unime Games tornano per offrire una qualità di tornei ancora migliore rispetto all’anno scorso. L’obiettivo è di cercare di organizzare una manifestazione sempre più competitiva. Tra le migliorie ci sono anche quelle relative ad attività volte a far partecipare anche il pubblico. L’anno scorso ci è mancato questo: il coinvolgimento di chi non giocava. Il nostro impegno in tal senso ci ha portato a parlare con gli ambassadors, ma anche con Universo Me, la radio dell’università, e le varie associazioni universitarie. Stiamo cercando di coinvolgere tutti per ottenere un evento che negli anni diventi una tradizione”.
Gli sport
“Gli sport proposti – prosegue – sono calcio a 11, basket, pallavolo, tennis doppio misto, nuoto staffetta 4×50. E abbiamo aggiunto la staffetta di podismo, con squadre da 4 atleti che correranno ciascuno 2 km in un percorso creato all’interno della cittadella universitaria”.
Famà spiega: “Gli Unime Games sono nati per creare momenti di condivisione tra tutti gli studenti. Io stesso l’anno scorso ho conosciuto tantissime persone che non conoscevo prima. Può essere una grande occasioni di socializzazione e il mio desiderio è divedere la cittadella piena, venerdì, sabato e domenica”.
Famà: “Fare rete con chi ha il compito di coinvolgere i giovani”
Un modo per coinvolgere tanti giovani, in un momento storico in cui tanti giovani decidono ogni giorno di lasciare Messina: “Credo che questi eventi possano aiutare ma che da soli non bastino per convincere tutti a restare. Singole attività come queste non possono cambiare un sistema molto radicato. Ma impegnarsi in modo costante nel tempo può dare risultati e può cambiare le cose. Bisogna continuare con idee, iniziative, mese dopo mese. E bisogna anche fare rete con le istituzioni, che hanno il compito di coinvolgere anche noi giovani”.