Giornata d'interrogatori, tre non rispondono, sette respingono le accuse. Cattafi: "Non sono io il Capo dei capi"

Giornata d’interrogatori, tre non rispondono, sette respingono le accuse. Cattafi: “Non sono io il Capo dei capi”

Giornata d’interrogatori, tre non rispondono, sette respingono le accuse. Cattafi: “Non sono io il Capo dei capi”

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mercoledì 25 Luglio 2012 - 12:46

Si sono conclusi nel pomeriggio gli interrogatori delle persone arrestate ieri nell'operazione antimafia Gotha 3. Sentiti nove detenuti nel carcere di Gazzi ed uno per rogatoria. Tre si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. Domani saranno sentite le altre cinque persone rinchiuse in vari penitenziari italiani.

Il Gip Massimiliano Micali ha concluso nel pomeriggio l’interrogatorio di nove persone arrestate ieri nell’operazione antimafia “Gotha 3”. Si tratta degli indagati che si trovano rinchiusi nel carcere di Gazzi e cioè Giovanni Bontempo, Antonino Calderone, Salvatore Campanino, del presunto boss di Cosa Nostra barcellonese Rosario Po Cattafi, del bancario messinese Sergio D’Argenio, di Giusi Lina Perdichizzi, Roberto Ravidà, Giuseppe Ruggeri e Giuseppe Triolo. Per rogatoria è stato sentito nel carcere di Catanzaro, dov’è detenuto, Agostino Campisi, ritenuto il collettore delle estorsioni. Il Gip Massimiliano Micali li ha sentiti alla presenza dei sostituti della DDA, Angelo Cavallo e Vito Di Giorgio. Quasi tutti hanno risposto alle domande del magistrato. Solo Antonino Calderone e Salvatore Campanino si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. Scena muta ha fatto anche Agostino Campisi. Tutti hanno respinto le accuse contestate dalla Procura e si sono dichiarati estranei ai fatti. L’avvocato Cattafi si è difeso respingendo tutte le accuse rivolte a lui dai pentiti in particolare quella di essere il Capo dei capi della mafia barcellonese. Domani saranno interrogate per rogatoria le altre cinque persone che sono rinchiuse in diversi penitenziari italiani. Si tratta del boss dei Mazzaroti, Tindaro Calabrese, Carmelo Giambò, Giuseppe Isgrò, Giovanni Rao e Carmelo Trifirò tutti detenuti al 41 bis, cioè in regime di carcere duro

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