Definitivi gli ergastoli per i boss storici di Barcellona e i nuovi reggenti accusati di decine di omicidi di mafia nel barcellonese
La Corte di Cassazione ha confermato gli ergastoli per la cupola mafiosa di Barcellona, alla fine del processo scaturito dall’operazione Gotha 6, l’ultima tranche della maxi inchiesta sui clan del Longano.
Il giudici hanno respinto gli appelli dei difensori e confermato la sentenza d’appello che aveva deciso il carcere a vita per sette imputati: Giuseppe Gullotti, considerato ancora oggi il padrino storico e punto di riferimento principale del clan, Giovanni Rao, Sam Di Salvo, Antonino “Caiella” Calderone, Carmelo Giambò, Angelo Caliri e Pietro Nicola Mazzagatti. Condannato a 16 anni e 3 mesi per Nino Calderone, mentre i giudici hanno confermato 18 anni di condanna anche per Aurelio Micale, uno dei pentiti che ha contribuito alla retata del febbraio 2016.
In primo grado gli ergastoli erano stati 8, la condanna di Calderone più pesante.
Agli atti del processo ci sono le dichiarazioni di Francesco D’Amico, fratello dell’ex boss e killer Carmelo D’Amico – anche lui oggi collaborante – entrambi condannati in abbreviato insieme ad altri cinque tra boss e manovalanza del clan.
Impegnati nelle difese gli avvocati Tino Celi, Tommaso Calderone, Diego Lanza, Salvatore Silvestro, Tommaso Autru Riolo, Pinuccio Calabrò, Giuseppe Lo Presti e Antonino Aloisio.
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