L'ex presidente dell'Aias era stato pestato a settembre scorso. Dietro, svela ora l'operazione Gotha 7, c'era Mariano Foti che cercava vendetta per le condanne.
L'aggressione a Luigi La Rosa, l'ex presidente dell'Aias di Barcellona, è stata opera dei clan, ed è stata una vera e propria vendetta per le codanne che il gruppo ha subito al processo, scaturito proprio dalle dichiarazioni di La Rosa.
E' uno dei retroscena svelato dall'operazione Gotha VII, scattata stamane all'alba. La Rosa era stato aggredito in malo modo a metà del settembre scorso. Dietro il fatto, spiegano ora gli investigatori, c'era una vera e propria ritorsione per il verdetto del Tribunale. Non soltanto. La Rosa fu minacciato dagli aggressori, che gli intimarono di non denunciare quello che era successo, fingere un incidente in motorino ma tacere il nome degli autori del raid, altrimenti le ritorsioni sarebbero state ancora più pesanti. In particolare secondo gli investigatori la spedizione punitivaè stata opera di Mariano Foti dell'ex bosso pentito Carmelo,
Purtroppo per loro, invece, La Rosa non soltanto non ha simultato un incidente, ma si è recato dritto dritto al Commisariato di Polizia a raccontare tutto, tanto l'autore materale è stato individuato e denunciato poco dopo. Contro di lui anche le immagini di una telecamerea nascosta, proprio dove è successo tutto.
Il commercialista era già stato vittima di un episodio simile, nel 2015, quando la sua Bmw fu crivellata di colpi di pistola. Al noto processo per le estorsioni che il clan praticava all'ente di assistenza spastici aveva deciso di deporre, divenendo il teste chiave contro i mafiosi alla sbarra. A sua volta, però, è stato incriminato per essersi appropriato di una parte dei fondi destinati all'Aias.