Hanno lavorato sommersi, in profondità ed hanno trovato la perla, una perla, tra le tante che stanno, appunto, sommerse.
Quando incontriamo la dottoressa Gabriella Raffa perché ci racconti dell’associazione F.A.N.G.O. (non fango-tuttattaccato, ma Fondazione Artisti Nutrimento Giovani Opere) e delle numerose iniziative che ha organizzato ed è pronta, ancora, ad organizzare, viene fuori tutta la passione per un progetto unico nel suo genere: trasformare il tecnicismo in arte, realizzare all’interno delle opere di messa in sicurezza del territorio installazioni artistiche per far rivivere e vivere, trasformare la montagna che fagocita in una Montagna D’Arte, il fango che trascina in creazione… tornare alle origini, insomma. E le origini sono messinesi, la montagna, il fango è quello che ha stravolto Giampilieri il primo ottobre del 2009.
Ma, come coloro che immediatamente si sono messi a spalare per riemergere, così il 05 ottobre, pochi giorni dopo la tragedia immane, alla Permanente di Milano un happening di artisti (tra i quali Togo, Sara Montani, Guido Oldani) capeggiati dal maestro Michele Cannaò, si sono riuniti per restituire dignità alla popolazione alluvionata anche attraverso la bellezza che, come ci ricorda la dottoressa Raffa citando Tolstoj (ma senza alcuna retorica), “può salvare il mondo”.
L’associazione F.A.N.G.O. ha deciso di lavorare sott’acqua, ha preferito la comunicazione alla pubblicità, ha scelto, come compagni di viaggio, il Genio Civile che ha ospitato (e ospita tutt’ora) trecento opere d’arte tra quadri, sculture, servizi fotografici, testi teatrali, pezzi giornalistici, il Collegio dei Geometri e dei geometri laureati di Messina, il Dipartimento Aziende Forestali di Messina, le associazioni che operano in contesti di marginalità sociale, sinergici nell’obiettivo di agire negli interessi di una comunità dilaniata dal dolore, ma che, come la fenice, può rinascere dalla sue stesse ceneri… ops, dal suo stesso F.A.N.G.O.
Avranno pure lavorato sott’acqua (e senza alcun finanziamento pubblico), il maestro Michele Cannaò, l’artista e giornalista Angela Manganaro, Peppe De Luca, Pietro Federico di Giampilieri “le braccia”, ci dice Gabriella Raffa nel ruolo delicato, all’interno dell’associazione, di mediare tra i tecnici e gli artisti, ancora, Davide Mangiapane “l’economista”, Angela Grungo “una forza della natura”, Carmelo Ruggeri, Santino Previti, Angelo D’Antoni, Corrado Speziale del Genio Civile “i più agguerriti collaboratori e fans dei progetti”, la dirigente scolastica del plesso di Scaletta Vera Munafò, ma devono averne avuto di fiato se i risultati sono quelli raggiunti nel corso di questi ultimi due anni: la creazione di un’associazione che si propone come laboratorio e luogo formativo che svilupperà, attraverso il Museo del Fango, laboratori, centri aggregativi, convegni, sotto il segno dell’intedisciplinarietà, nella compresenza e cooperazione tra arte, diritto, economia, filosofia, ecologia, sport…
Al maestro Michele Cannaò, autore e ideatore del Museo del Fango, tocca inaugurare la prima delle 37 opere che sorgeranno nei luoghi della tragedia (37, TRENTASETTE, trentasette.. vi dice qualcosa questo numero?): “La grande Scala” (o “La veronica”, come la mossa più pericolosa del torero, quella che ne mostra il coraggio, l’audacia, la rivalsa), sorge già in contrada Lumbri, a Giampilieri e, con la sua presentazione, il prossimo 21 aprile alle 19,30, alla presenza del maestro Cannaò, dell’ingegner Gaetano Sciacca, ingegnere Capo del Genio Civile di Messina, dell’architetto Giuseppe Aveni, direttore dell’Azienda Foreste demaniali, di Carmelo Citraro, direttore del Collegio dei geometri di Messina, di Gaetano Giunta, presidente della Fondazione “Di comunità” di Messina, sarà reso vivo il ricordo di Ilaria De Luca, di Lorenzo e Francesco Lonia a cui l’opera è dedicata per non dimenticare che queste giovani vittime non saliranno la lunga scala della vita per il raggiungimento dei propri sogni.