Il grande successo delle Vie dei Tesori richiama la necessità di recuperare e valorizzare Forte Gonzaga. Il progetto c'è già ma giace nei cassetti del comune.
Le Vie dei Tesori hanno fatto tappa anche a Forte Gonzaga. Il grande afflusso di visitatori dimostra quanto sia il fascino esercitato da questo sito, che meriterebbe di essere valorizzato. Un ruolo decisivo in questo senso deve essere svolto dal comune al quale il bene è stato consegnato a molti anni di distanza dalla conclusione dei lavori di restauro. Per la piena fruizione c’è ancora tanto lavoro da fare ma è chiaro come il sole che se al Forte Gonzaga viede dedicata la giusta attenzione può assumere un ruolo fondamentale a beneficio dei messinesi e dello sviluppo turistico.
Il progetto di recupero regalato al Comune e rimasto nel cassetto
Bisogna ricordare, peraltro, che un progetto di recupero e valorizzazione del bene esiste già. E’ stato predisposto dall’architetto Antonio Galeano nell’ambito di un’iniziativa civile portata avanti insieme alla vicepresidente
dell’Istituto Italiano dei Castelli, Michela Stagno d’Alcontres e al Presidente dell’Associazione “Amici del Museo”, Franz Riccobono. Il progetto è stato consegnato gratuitamente al Comune ma giace da tempo inutilizzato nei cassetti.
L’elaborato prevede, tra l’altro, la creazione di un “Parco Museo” nell’area di Castel Gonzaga con l’istituzione di un Museo Civico della Città di Messina nei locali del Castello cinquecentesco. Nell’area limitrofa si pensa, inoltre, di realizzare un centro servizi dotato di area parcheggi e di un’area a verde ambientale finalizzata alla valorizzazione e preservazione di uno dei polmoni verdi più significativi ai margini del centro urbano.
La solida fortezza dalla pianta a forma di stella fu fatta costruire a metà del Cinquecento da Ferrante Gonzaga, condottiero e viceré di Sicilia e progettata da Antonio Ferramolino, all’epoca un innovatore in fatto di fortificazioni moderne. Non è un caso, forse, che Forte Gonzaga sia rimasto integro nonostante le calamità naturali. Solo l’incuria dell’uomo ha potuto di più.
Foto di Ahmed Abdellah
