Grave dopo il parto, la famiglia denuncia: "Nostre richieste di aiuto ignorate"

Grave dopo il parto, la famiglia denuncia: “Nostre richieste di aiuto ignorate”

Redazione

Grave dopo il parto, la famiglia denuncia: “Nostre richieste di aiuto ignorate”

lunedì 06 Febbraio 2023 - 14:40

Dopo aver dato alla luce la piccola Brenda, è stata trasferita in gravi condizioni all’ospedale Cannizzaro di Catania dove si trova attualmente ricoverata in prognosi riservata

Lotta da giorni Marta Merlino, 36 anni, trasferita d’urgenza all’ospedale Cannizzaro di Catania per uno shock settico dopo aver partorito una bambina all’ospedale di Patti l’11 gennaio 2023. Alla donna, originaria di Capo d’Orlando e residente a Gliaca di Piraino, si erano rotte le acque la mattina del 9 gennaio ed era stata accompagnata dal compagno Giuseppe Casella, al pronto soccorso dell’ospedale di Patti.

Il parto l’11 gennaio

“Dal momento del ricovero – racconta l’avvocato Massimiliano Fabio che la assiste – la donna, giunta in ospedale con le membrane rotte, ha partorito 2 giorni dopo, l’11 gennaio, quando i medici, riscontrando l’assenza di contrazioni e stante l’esito negativo della somministrazione di farmaci che potessero indurre la gestante a raggiungere le condizioni utili al parto, hanno deciso di intervenire con un parto cesareo.

L’avv. Massimiliano Fabio

La donna, quindi – ricostruisce il legale- nonostante fosse giunta al pronto soccorso di Patti già in una condizione di Prom (rottura delle membrane), con conseguente maggiore rischio di infezioni, è stata sottoposta all’intervento di taglio cesareo dopo oltre 56 ore di travaglio. Il tutto senza che nessuno dei suoi congiunti potesse assisterla (la signora è affetta da ipoacusia neurosensoriale ed ha un impianto cocleare).

Dopo la nascita della bambina, avvenuta alle 16.38 dell’11 gennaio 2023, la situazione è precipitata progressivamente. Da quel momento i familiari hanno potuto accedere al reparto in cui Marta era ricoverata e si sono subito accorti che qualcosa non andava: aveva la febbre, forti dolori all’addome, difficoltà a respirare, senso di nausea. Una condizione che si è acutizzata nella notte fra il 12 e il 13 gennaio quando lo stato di salute della signora Merlino è peggiorato visibilmente.

Nella tarda mattinata del 13 gennaio è stato comunicato ai parenti che era stata riscontrata la presenza di un’infezione nella paziente per la quale le sarebbero stati somministrati degli antibiotici, ma alle 15.30 dello stesso giorno Marta Merlino è stata trasferita d’urgenza all’ospedale Cannizzaro di Catania dove le è stato riscontrato uno stato di setticemia avanzata (shock settico) ed è stata sottoposta a un intervento chirurgico per l’estrazione di un ingente quantità di liquido infetto.

Oggi la signora Merlino è ricoverata in prognosi riservata nel reparto di Terapia Intensiva post operatoria. La bambina, invece, dopo la somministrazione di antibiotici, è stata dimessa dall’ospedale di Patti il 29 gennaio.”

Per la famiglia ci sono stati dei ritardi e ora vogliono chiarezza. Per questo hanno presentato querela alla Procura della Repubblica di Patti che, come da prassi, ha avviato gli accertamenti con l’acquisizione della documentazione medica che andrà all’esame di un consulente.

La denuncia dei familiari

“In questo momento l’unica cosa che voglio è giustizia – dice Giuseppe Casella – per Marta e per mia figlia che è stata privata della mamma fino ad oggi. Quando Marta è entrata al pronto soccorso di Patti non l’ho vista per due giorni. Quando mi è stato concesso di vederla dopo la nascita della bambina, era impaurita, scoraggiata, magra, con la febbre e gli occhi pesti. Ci dicevano che era normale perché aveva subìto il cesareo, ma noi vedevamo che andava sempre peggio. Loro, però, hanno ignorato il nostro richiamo d’aiuto e si sono accorti solo dopo due giorni dal parto che ormai Marta era in gravi condizioni”.

Abbiamo parlato con i vertici dell’ospedale di Patti, ci hanno detto che opereranno tutte le verifiche del caso e che in questa fase sono in attesa di una comunicazione ufficiale da parte dell’autorità giudiziaria.

Un commento

  1. Se colpevoli di negligenza, medici da radiare dall’albo e carcerare, se confermato nei tre gradi di giudizio.

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