Storie di emergenza abitativa. La signora Grazia vive insieme ad altre famiglie nella ex scuola di Catarratti. In condizioni davvero difficili
La signora Grazia ha 66 anni. E vive in una ex scuola. Insieme ad altre famiglie ha trovato una casa in quella che un tempo era la scuola di Catarratti. «Non è una casa, ma almeno ho un tetto sulla testa. Però viviamo in condizioni difficili. Ogni volta che piove temo che mi crolli il soffitto sulla testa».
Grazia è da sola nella ex scuola di Catarratti. È malata di cuore, ha problemi alla tiroide, nella sua vita ha sofferto la depressione. E’ rimasta vedova quando era ancora giovane, con quattro figli da crescere. Da sola. Ha fatto tanti lavori nella sua vita. Ma mai messa in regola. Si accontentava di quello che c’era se bastava per dar da mangiare ai suoi figli.
«Quando i miei figli erano piccoli per quasi un anno abbiamo dormito in macchina. Avevano 10 e 14 anni. Ma mi sono data sempre da fare e oggi che sono grandi mi aiutano come possono» racconta. Nel suo volto ci sono i segni di una vita difficile e sofferta. Adesso due dei suoi figli vivono a Treviso, altri due sono a Messina. Fino a poco tempo fa uno di loro viveva insieme alla moglie nella stessa scuola di Catarratti. Poi per fortuna sono riusciti a ottenere un alloggio dal Comune, in tempo per far nascere il loro bambino in una casa vera. Grazia però è rimasta a Catarratti e continua a sperare di avere anche lei una piccola casa che le restituisca dignità dopo tutto quello che ha perso nella sua vita.
«Vivo con la pensione di reversibilità di mio marito, 500 euro al mese. Se dovessi pagare un affitto non potrei vivere». Grazia, a 66 anni, fa parte delle tante persone che a Messina vivono in emergenza abitativa. Nella scuola di Catarratti ha cercato di ricreare qualcosa che somigli a una casa. Però manca la sicurezza, ci sono topi, infiltrazioni d’acqua, i pannelli in cartongesso del tetto crollano. Racconta la sua storia per lei, ma anche per le altre famiglie che vivono nella scuola. «Ci sono 17 bambini a Catarratti, non è giusto che crescano in mezzo ai pericoli e ai topi».
Nelle scorse settimane il sindaco Cateno De Luca ha fatto un sopralluogo a Catarratti e ha chiesto alle famiglie quattro/cinque mesi di pazienza per trovare una soluzione. Nel frattempo però sono quasi un migliaio le famiglie che aspettano la graduatoria del bando per l’assegnazione di alloggi di edilizia residenziale pubblica. «Ogni anno più di cento famiglie vengono sfrattate con la forza pubblica o altre, per i motivi più disparati, vivono situazioni al limite» ha denunciato poche settimane fa l’Unione Inquilini.
Oltre i numeri drammatici ci sono storie di vita come quella della signora Grazia. Che a 66 anni continua a lottare, insieme al Fronte Popolare Autorganizzato SI Cobas.
Francesca Stornante
L’Italia e i Governi degli ultimi anni, avevano, hanno, altre priorità… e non dite che sono razzista, perché i razzisti sono gli italiani verso gli italiani… In altre situazioni, casi, personaggi, ben altre sarebbero state le iniziative (ricordiamo come si lavorò di notte in una certa area di Messina per creare alloggi sufficienti all’accoglienza…).
Qualcuno potrebbe rispondermi: “E’ un problema che affligge Messina da tanto tempo!”. Vero, giustissimo, ma qualche governo si è mai preoccupato dei poveri di Messina, Sicilia, Italia?
UNA MADRE CRESCE 10 FIGLI… E I 10 FIGLI NON TENGONO UNA SOLA MADRE… VERGOGNA!