La 28enne presunta complice del giro di falsi tamponi covid 19 non ha più l'obbligo di soggiorno
MESSINA – Si ridimensiona l’inchiesta sui falsi green pass a Messina, condotta dalla Guardia di Finanza e con al centro l’operato dell’ex ginecologo ospedaliero Giovanni Cocivera. Il Tribunale del Riesame (presidente Micali), accogliendo la richiesta del difensore, l’avvocato Giuseppe Romeo, ha annullato l’obbligo di firma disposto per l’addetta del laboratorio della zona sud coinvolta, insieme al gestore e all’impiegata dello studio.
I tamponi sospetti
Si tratta di un ulteriore ridimensionamento, sul piano cautelare. Già il giudice per le indagini preliminari, infatti, firmato i provvedimenti che han dato corso all’operazione, aveva adottato misure meno dure rispetto a quelle richieste dalla Procura. Per quanto riguarda gli accertamenti, invece, sarà ancora una volta la Procura, alla fine dell’inchiesta, a verificare se ci sono gli elementi di reato inizialmente ipotizzati.
Il ruolo nella vicenda
Intanto la ventottenne è totalmente libera. Le altre tre persone coinvolte al momento restano ai domiciliari e all’obbligo di firma. La donna al faccia a faccia col giudice aveva risposto a tutte le domande, spiegando che il suo ruolo consisteva esclusivamente nell’inserire i risultati dei test anti covid 19, comunicatigli dal medico che effettuava i tamponi o dal titolare del laboratorio.