Lo sfogo del titolare di un'avviatissima ristopizzeria del centro di Reggio e la risposta alle invettive da parte del presidente di Confesercenti
Come si fa, a poche ore dall’introduzione di un provvedimento nazionale – il green pass per poter mangiare al chiuso nei ristoranti -, a scaricare odio insensato verso chi rispetta la legge?
Purtroppo è assurdo, ma è la terribile, violenta esperienza telematica in cui s’è imbattuto uno dei ristoratori più noti e affabili dell’intero territorio metropolitano, Peppone Ferranti dell’avviatissima ristopizzeria “Fratelli La Bufala”, nel cuore di Reggio Calabria.
L’amarezza del ristoratore
«Non sono passate nemmeno 12 ore da quando abbiamo messo un post – scriveva Giuseppe “Peppone” Ferranti sul proprio profilo Facebook giusto una manciata di ore fa – dove avvisavamo che da oggi, per mangiare all’interno, bisognava esibire questo benedetto green pass… E devo essere sincero, sono nauseato dalla valanga d’insulti, chi ci augura il male, chi ci augura che dobbiamo morire di fame, chi invita a disertare il nostro locale…».
Un odio no vax cieco, insensato, manicheo. Ma anche alquanto fulmineo, bisogna ammetterlo… visto e considerato che, per scatenarsi, i “leoni da tastiera” di turno non hanno atteso neanche 24 ore.
«L’uomo resta l’animale più cattivo»
Ed eccoli tutti qui racchiusi, in parole sconfortate, lo sconcerto e l’amarezza di “Peppone”. «Mah senza parole, pensavo che il Covid avesse cambiato la mente delle persone, ma purtroppo l’essere umano rimane sempre l’animale più cattivo».
Poi però in questo sfogo c’è un passaggio – molto opportuno – su quanto sia insensato prendersela non col virus né col legislatore, ma con chi rispetta le norme… «Sicuramente non sono d’accordo su questa decisione ma, che mi piaccia o no, questa è una legge che va rispettata – si legge nel post del ristoratore –. Sembra che sia diventata una guerra tra noi ristoratori e non vaccinati o i no vax: come al solito, un cane che si morde la coda. Non ho niente contro chi non crede al vaccino, ognuno è padrone della propria vita. Purtroppo, la vita ti mette davanti a delle scelte e io in questo caso ho scelto la via della legalità».
Alternativa, far chiudere il locale?
Un modo molto pacato di ragionare, peraltro, quello del ristoratore della centralissima via Zecca. Ma anche molto concreto… «Mi dispiace che qualcuno possa prenderlo sul personale, ma purtroppo questa è la dura realtà, che ci piaccia o no! Tutti siamo bravi a giudicare – evidenzia Ferranti –: magari la stramaggioranza di quelli che hanno augurato il male sono stipendiati, il mese va e viene… Ma vorrei fare un’ipotesi – aggiunge –. Se caso mai io mi dovessi ribellare e volessi fare il “Masaniello” della situazione, avessi un controllo e mi chiudessero il locale, poi ai miei 37 collaboratori chi ci penserebbe?».
La tristezza di Aloisio
Il commento del presidente di Confesercenti Claudio Aloisio non fa sconti.
«Da domani (oggi per chi legge, ndr) per entrare e sedersi nei locali al chiuso si dovrà avere il green pass. Non cambia nulla invece se si mangia all’aperto o se si consuma al bancone. Si può o meno essere d’accordo con questa norma ma, sicuramente, non si può addossarne la “colpa” ai gestori dei locali che già dovranno accollarsi ulteriori oneri e responsabilità essendo costretti a rispettare e far rispettare le regole».
Ecco perché, argomenta Aloisio, «leggere alcuni commenti in cui si arriva addirittura ad insultare chi si attiene, come è giusto che sia, alle prescrizioni del Governo, mi lascia profondamente basito. Vedere il “nemico” in chi lavora onestamente nella legalità lo trovo ingeneroso e fuori da ogni logica».
«Vaccinatevi. O, almeno, prendetevi una camomilla»
Di qui la chiosa di Claudio Aloisio: «Credo che in tanti si debbano dare una bella calmata – evidenzia assai opportunamente il rappresentante dei commercianti -. E, se proprio non si vogliono vaccinare, si prendano un tranquillante o, quantomeno, una bella camomilla doppia».