La dirigenza del consorzio Agridea parla di accanimento e ricorda le precedenti inchieste, sempre archiviate. E sottolinea che le sigle coinvolte non hanno percepito contributi europei.
Il gruppo dirigente di Agridea commenta e replica all'operazione della Guardia di Finanza che solleva dubbi sulle attività del Consorzio, ricordando le precedenti indagini, sempre archiviate con un nulla di fatto, Per questo, parlano di: “accanimento tanto reiterato, quanto inutile. Come sempre saranno le aule giudiziarie il luogo nel quale dimostreremo la correttezza del nostro operato. Viene da chiedersi se tale “attenzione” riservataci non sia conseguenza delle precedenti cantonate investigative, e degli abbagli giudiziari che hanno determinato.
E’ appena il caso di ricordare che lo scorso luglio, è stata archiviata un’analoga indagine che aveva addirittura determinato provvedimenti restrittivi della libertà dell’amministratore del tempo. Rimaniamo sereni e consapevoli che “il tempo è galantuomo”, anche se da cittadini non possiamo non essere delusi da un’attività che lungi dal volere legittimamente tutelare l’interesse pubblico, pare evidentemente protesa ad una “rivincita” che ha tanto il sapore della vendetta.
Valga a solo titolo di esempio la precisazione che il consorzio Agridea non è abilitato alla percezione di contribuzione alcuna, che l’Upea non è destinataria di contributi dal 2007 e che il consorzio PAC non lo è mai stato. Spacciare la contestazione di alcune centinaia di migliaia di euro annui come una certezza, moltiplicare artatamente numeri, ed in barba a qualsiasi presunzione di innocenza, proporre un’ipotesi investigativa come fosse una certezza, non ci pare indice di sobrietà e neutralità che dovrebbero contraddistinguere un organo dello Stato. Ancora una volta, e come sempre, nei luoghi e nei tempi opportuni dimostreremo l’infondatezza delle accuse odierne.
Leggi anche: operazione agrumi d'oro, sequestro e 5 indagati