La Guardia di Finanza ha scoperto ad Alì Terme un evasore paratotale che aveva occultato al fisco ricavi per oltre 12 milioni di euro ed evaso iva per oltre 2 milioni di euro
Ha sede a Savoca la società che opera nel settore del commercio all’ingrosso di animali vivi e carni macellate fresche, che come scoperto dalla brigata della Guardia di Finanza di Alì Terme ha occultato al Fisco, tra il 2005 ed il 2007 oltre 12 milioni e 600mila euro di ricavi “in nero”, sottraendo ai fini IRAP, costi non deducibili per quasi 540mila euro e I.V.A. evasa per 2milioni e 180mila euro. Come accertato inoltre dai finanzieri la società avrebbe utilizzato fatture false per 546mila e 272 euro. Durante le indagini delle Fiamme Gialle è emerso che la società con sede a Savoca acquistava bovini vivi da fornitori comunitari, documentando gli stessi con fatture poi risultate false, poiché emesse da un “missing trader”, cioè da una società cartiera fittizia operante nella provincia di Milano, che è stata a sua volta segnalata all’Autorità Giudiziaria, che si interponeva nelle transazioni commerciali per nazionalizzare gli acquisti di animali e consentire così alle varie imprese di detrarre l’imposta relativa.
Tramite la banca dati nazionale dell’Anagrafe Bovina, presso la quale i verificatori hanno proceduto direttamente all’esame di circa 1.400 bovini tramite i relativi marchi auricolari, i finanzieri hanno ricostruito tutti gli acquisti e le vendite di bovini vivi effettuate, constatando violazioni sia per la vendita sia per l’acquisto di merce non documentata da fattura.
Le indagini finanziarie hanno invece permesso di accertare che la società aveva occultato numerosi conti correnti che venivano utilizzati per le varie transazioni commerciali, procedendo pertanto alla ricostruzione delle basi imponibili da sottoporre a tassazione e delle relative imposte.
Al termine delle indagini è scattata la denuncia a piede libero del rappresentante legale della società per infedele presentazione della dichiarazione dei redditi ed IVA, utilizzo di fatture false, e mendacio bancario per avere presentato all’anticipo false fatture attestanti crediti inesistenti nei confronti di vari clienti, per ottenere da parte degli istituti bancari concessioni di credito per l’azienda da lui amministrata.
Nell’ambito delle stesse indagini, è stata formulata ed accolta una proposta di sequestro per equivalente per quasi di 3 milioni di euro che ha portato al sequestro di denaro contante e beni immobili per un totale di oltre 750mila euro.