Impatto ambientale, Palazzo Zanca si affida ad una consulente di Tirrenoambiente

Impatto ambientale, Palazzo Zanca si affida ad una consulente di Tirrenoambiente

DLT - AL.SER.

Impatto ambientale, Palazzo Zanca si affida ad una consulente di Tirrenoambiente

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mercoledì 15 Gennaio 2014 - 20:58

Tra i 5 componenti della Commissione per la verifica delle valutazioni di incidenza ecologica del Comune di Messina c'è anche Giuliana Mirabito, che ha svolto molteplici incarichi per la società che gestisce la discarica di Mazzarrà Sant'Andrea. Anche suo padre è un ex consulente di Tirrenoambiente ed è coinvolto nell'operazione Torrente. La scelta del sindaco Accorinti ha mandato su tutte le furie molti esponenti di "Cambiamo Messina dal Basso"

Il sindaco Renato Accorinti ha scelto i cinque componenti della Commissione per la verifica delle valutazioni di incidenza ecologica del Comune di Messina. Si tratta dell’ingegnere Giuliana Mirabito, classe 1974; dell’architetto Francesca Villari classe 1976; dell’agronomo Alessandro Giaimi, classe 1972; del geologo Gabriele Denaro, classe 1970; e del biologo Giuseppe Contarini, classe 1981 .

Accorinti ha firmato la nomina con decreto sindacale n.138 del 13 gennaio scorso.

L’atto, però, sembra in procinto di essere ritirato. La determina ha creato più di un malumore nel gruppo che sostiene il primo cittadino, perché tra i cinque prescelti c’è un cognome che vari esponenti del movimento “Cambiamo Messina dal Basso” non hanno gradito, sollecitando l’amministrazione Accorinti a fare retromarcia.

A destare perplessità è infatti il curriculum Giuliana Mirabito, zeppo di incarichi, nel decennio scorso, da parte di TirrenoAmbiente, la società che gestisce la discarica di Mazzarrà Sant'Andrea finta al centro di molte inchieste anti mafia perché infiltrata capillarmente dai clan.

Nelle 12 pagine del CV della giovane ingegnere, gli incarichi ottenuti da TirrenoAmbiente sono tanti: dall'aprile 2003 all’ottobre 2004, periodo in cui svolge il ruolo di «consulente in materia ambientale» con contratto di collaborazione coordinata e continuata; nell’aprile 2003 redige lo studio di impatto ambientale per la costruzione di una discarica per rifiuti non pericolosi a Mazzarrà S.Andrea; ancora nel settembre 2004 firma lo studio di impatto ambientale per l’ampliamento della stessa discarica per rifiuti non pericolosi.

Nel dicembre 2004 Tirrenoambiente la incarica di redigere il progetto definitivo ed esecutivo per la realizzazione di discarica per rifiuti non pericolosi nel Comune di Sommatino e a marzo 2005 le affida ha la direzione dei lavori alla discarica di Tripi. Dopo un di intervallo di circa 2 anni – durante i quali ha avuto ha avuto incarichi da alcuni Comuni della provincia messinese (Reitano, Malfa, Motta Camastra, Castelmola) – nell’Aprile 2007, Tirrenoambiente torna ad affidarle la redazione di un progetto esecutivo per la messa in sicurezza ed il ripristino ambientale della discarica per rifiuti non pericolosi in località Zuppà, A Mazzarrà; nel luglio 2008 la redazione dello Studio di impatto ambientale per un impianto da realizzarsi sempre in contrada Zuppà; nell’agosto 2008 la redazione della relazione paesaggistica per l’impianto di cui sopra; nel marzo 2009 la redazione dello studio preliminare ambientale per la realizzazione di un impianto fotovoltaico nel Comune di Mazzarrà Sant’Andrea; nelluglio 2009 la redazione del progetto del progetto esecutivo per opere nella discarica per rifiuti non pericolosi in località Zuppà e la redazione dello studio d’impatto ambientale per la realizzazione della discarica a Pagliara.

Gli incarichi con Tirrenoambiente finiscono nel 2009, ma il curriculum della Mirabito è arricchito da numerose esperienze professionali nei Comuni della provincia ionica e tirrenica di Messina e di altre zone della Sicilia, per quel che riguarda il settore pubblico, e in molte aziende private.

PERCHE’GLI ACCORINTIANI PONGONO IL VETO. Gli incarichi sopra elencati sono per gli stessi lavori passati al vaglio dalla magistratura messinese. in particolare nelle indagini Vivaio e Torrente. Nelle carte di indagine non compare mai il suo nome, ma quello del padre, Lorenzo Mirabito, di Rodì Milici. Consulente ambientale e per l’assistenza alle aziende in Italia e all’estero, nonché per richieste, progettazioni, erogazioni e saldo di finanziamenti per l’acquisizione di commesse per le aziende sia da parte dei soggetti pubblici che privati, il nome di Mirabito è finito più volte nelle carte degli accertamenti della magistratura, in particolare nelle informative dei Carabinieri del Ros. Una su tutte, quella denominata Torrente sugli affari ruotanti intorno alla discarica di Mazzarrà sant'Andrea, gestita da TirrenoAmbiente, di cui Mirabito era consulente. In passato, era stato menzionato nell’inchiesta denominata “Mare Magnum” del '99, insieme a imprenditori, politici ed amministratori ritenuti a vario titolo responsabili di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di reati contro la Pubblica Amministrazione. Poi nell'inchiesta Omega, nel 2001, perché vicino al barcellonese Tindaro Calabrese, consuocero del senatore Mimmo Nania, titolare della Ca.Ti.Fra. L'impresa negli ultimi anni, dopo aver lavorato molto in provincia, ha acquisito diverse commesse anche nella città di Messina, dagli impianti di illuminazione del Comune alla manutenzione di Palazzo Piacentini, sede del Tribunale e della Procura.

Secondo il pentito Melo Bisognano, oggi collaboratore di giustizia e per anni capo indiscusso dei mazzarroti, Calabrese è noto tra i colleghi imprenditori col soprannome di "Il Lupo" per la sua abilità nel "fare le scarpe" agli altri imprenditori. Per conto di CaTiFra, scrivono i Ros, Mirabito "si era prodigato per la risoluzione, mediante le proprie “conoscenze” politiche, di problemi amministrativi connessi alle commesse pubbliche stanziate dal Comune di San Filippo del Mela e del Consorzio per l’Area di Sviluppo Industriale di Messina. Sempre il MIRABITO era emerso come personaggio di riferimento nel corso delle investigazioni relative all’inchiesta “Messinambiente” coordinata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Messina".

Nell'inchiesta Torrente, che portò all'arresto di Bisognano e poi allo scioglimento del comune di Furnari per infiltrazione mafiosa, Mirabito viene intercettato a parlare più volte con l'ex presidente di Tirreno Ambiente, il professore Sebastiano Giambò, oggi condannato a 12 anni per concorso esterno in associazione mafiosa, e con Pino Innocenti, ex ad di TirrenoAmbiente. In particolare nel 2008 Mirabito si fa tramite per TirrenoAmbiente della concertazione con la Regione nella conferenza dei servizi per l'approvazione del Piano Energetico Regionale. Della "equivocità" dei suoi rapporti con i vertici di TirrenoAmbiente (ndr: fonte informativa dei Ros) riferisce Enzo Marti, ex tecnico di TirrenoAmbiente che già diversi anni fa decise di collaborare con la giustizia. In particolare secondo Marti Mirabito aveva percepito indebiti guadagni "nella gestione della Tirreno Ambiente, mediante opportune sovrafatturazioni rilasciate dalla PARADIVI SERVIZI che, sempre secondo il dichiarante, è di fatto gestita dal Mirabito stesso". Dall'indagine Torrente sono emersi particolari che fanno molto riflettere sui presunti raggiri che hanno gonfiato le tariffe di conferimento a Mazzarrà.

Nel 2009, affinché il Comune di Mazzarrà godesse di maggiori benefici, Giambò cercò di convincere i consiglieri convocati in Municipio ad approvare una “falsa” sanatoria per regolarizzare l’impianto già realizzato e renderlo conforme al Prg. Falsa sanatoria che fu effettivamente approvata successivamente il 12 febbraio del 2009 con un voto espresso in aula come se ancora l’impianto, già realizzato, doveva essere costruito ex novo. Mentre si conducevano queste trattative, Giambò telefonava spesso al consulente Mirabito, che più volte lo aveva redarguito sulla irregolarità della procedura. Sempre Mirabito, infine, si era fatto carico della progettazione dell'impianto fotovoltaico della discarica di Formaggiara. Bisognano ha infine rivelato, nei verbali riversati agli atti dell'inchiesta Gotha 1, nel 2011, che Mirabito avrebbe intascato una tangente per conto della CaTiFra. Il tecnico non è mai stato formalmente indagato, non figura nel processo Torrente, seguito agli accertamenti dei Carabinieri. Così come non risulta indagato Tindaro Calabrese della CatiFra, malgrado le dichiarazioni dei collaboratori di giustizia fin qui ritenuti credibili praticamente in tutti i casi.

DLT- AL.SER.

5 commenti

  1. robetta locale

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  2. Un’altra chicca di questa amministrazione.

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  3. Accorinti, parole… parole… parole…
    Ti conoscevo per persona onesta, adesso ti conosco per un opportunista.
    Perché questa nomina? +++++++++++++++ Di certo, t++++++++++++++++++++
    Dov’è finito il mio amico Accorinti? Quello onesto, in prima fila per difendere i propri ideali? Ha lasciato il posto al politicante da quattro soldi in mano ad altri politicanti? Penso proprio di si!

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  4. non sono cattivi …. li disegnano così

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  5. non farei mai fare analisi di impatto ambientale a chi è stato anche minimamente in contatto con realtà siciliane…

    qui siamo di fronte a scelte che nulla sembrano avere del logico e moltissimo odorano di “politico” (nel senso deteriore del termine)…

    sembra ennesimo passo falso di questa amministrazione…

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