Il presidente Filippo Brianni: "Siamo semi sul territorio"
S. TERESA – Era già stata programmata per non limitarsi a essere soltanto un momento celebrativo la festa della sede di Area Ionica per il 50esimo “compleanno” di Archeoclub d’Italia nazionale. E, come nelle previsioni, si è rivelata un momento di riflessione sulle nuove sfide che attendono il sodalizio, sia a livello centrale che nelle sue articolazioni territoriali.
L’evento è stato organizzato grazie al patrocinio del Comune di S. Teresa di Riva, nei locali del Palazzo della Cultura di Villa Crisafulli-Ragno. È stato proprio il sindaco, Danilo Lo Giudice, nell’intervento di saluto, a dare la traccia al dibattito sul rapporto associazioni-istituzioni, auspicando sempre maggiore collaborazione per valorizzare le tante importanti risorse sul territorio.
Sulla stessa scia, Concetto Orlando, presidente dell’Unione dei Comuni, sottolineando l’importanza strategia dell’Osservatorio dei Beni Culturali, un organismo consultivo frutto della sinergia tra Archeoclub e Unione. Con un messaggio è intervenuto anche Rosario Santanastasio, presidente nazionale di Archeoclub, sottolineando come “l’orgoglio di essere Archeoclub è rappresentato dalla concretezza con cui abbiamo condiviso in questo mezzo secolo le battaglie volte alla valorizzazione e salvaguardia di ciò che ci circonda”.
Alcune “gemme” di Archeoclub sui territori
“Abbiamo voluto titolare questo convegno “Un seme sui territori” perché è ciò che penso noi siamo stati e ciò che vogliamo continuare ad essere”, ha detto Filippo Brianni nell’introdurre il convegno che si è tenuto in mattina, introdotto da un intervento sulla valorizzazione delle “gemme minori”, opere e monumenti spesso ritenuti secondari che hanno importanza cruciale per la lettura storica e culturale del territorio. Ne ha parlato Maria Rosaria Grasso, presidente della sede Area Jonica Etnea ed anche componente del coordinamento regionale di Archeoclub, la quale ha portato gli esempi della Torrerossa di Fiumefreddo e della Nunziatella di Mascali, un monumento funerario del II secolo ed una chiesa paleocristiana.
Rosanna Trovato, presidente del Collegio dei Probiviri di Archeoclub, ha parlato della possibilità di realizzare un ponte culturale sullo Stretto di Messina, valorizzando in maniera omogenea le caratteristiche comuni. Infine, Giusi Liuzzo, consigliere nazionale e presidente a Catania, ha deliziato con un intervento carico di entusiasmo sulle sfide vissute nella sua città durante i suoi ben quattro decenni di presidenza, aggiungendo aneddoti personali curiosi ed altri commoventi. Liuzzo ha anche indicato i passaggi che hanno visto nascere Archeoclub d’Italia nel 1971 per iniziativa di Berni e Staccioli, poi la prima sede siciliana, quella di Catania, nel 1976; la sede Area Ionica nascerà, con la denominazione “Valle d’Agrò”, nel 1984.
Archeoclub vista dalle istituzioni
Subito dopo, il convegno ha assunto un “taglio” più esterno all’associazione, con gli interventi di Carmelo Briguglio (ex deputato, oggi componente dell’ufficio della presidenza regionale) e Giacomo D’Arrigo (ex direttore dell’Agenzia Nazionale Giovani oggi presidente della fondazione Erasmo).
Briguglio si è occupato di “politica e associazionismo”, evidenziando come l’associazionismo politico sembra finito mentre quello culturale è in fermento ed auspicando che le istituzioni, soprattutto regionale, prendano coscienza dell’impossibilità di gestire un così ampio patrimonio culturale, aprendo canali di gestione al “privato sociale, fatto di associazioni serie, di un volontariato qualificato, che ha tradizione e dà garanzie di competenza e passione nella gestione dei beni pubblici: è questo lo sbocco”.
D’Arrigo ha evidenziato come Archeoclub sia sempre stata un riferimento costante e come questo elemento di “tradizione” la renda affidabile e credibile. Nel parlare di “sfida europea dell’associazionismo italiano” ha sottolineato l’importanza per le associazione che ambiscano ad essere complete di un rapporto con l’Europa più intimo, una capacità progettuale più incisiva, “perché l’Europa in questo momento storico sta investendo più di Asia e America in cultura e formazione culturale”.
Anche Nino Bartolotta, segretario provinciale Pd ed ex sindaco di Savoca, è intervenuto “soprattutto come amico di Archeoclub”, per sottolineare l’importanza delle battaglie associative, anche con riferimento ai furti di opere d’arte, ed alle tante iniziative realizzate in collaborazione.
La tavola rotonda
Nel pomeriggio, il presidente Filippo Brianni e la vice presidente Ketty Tamà hanno coordinato una tavola rotonda tra soci vecchi e nuovi per ricordare i tanti progetti realizzati sul territorio, quelli che andranno definiti e le nuove strategie associative. Sono intervenuti, tra gli altri: Massimo Caminiti, Franco Nicita, Mimmo Costa, Giorgio Foti, Paola Rifatto, Ninuccia Foti.
Massimo Caminiti in particolare ha ricordato nomi ed eventi che hanno caratterizzato i primi passi dell’associazione sul territorio jonico negli anni ‘80, e poi il passaggio alla presidenza di Santino Mastroeni, nel 1985, quando nel gruppo c’erano anche Carmelo Duro, Concetto Lo Schiavo e Santo Lombardo.
Si è parlato, tra l’altro: delle prospezioni subacquee di S. Alessio coordinate da Archeoclub negli anni ’90 che ha consentito di mappare la nave sommersa a Capo S. Alessio e recuperare del materiale archeologico; del progetto “Un fondo per l’arte” , un crowdfunding che consentì il restauro di opere d’arte del territorio; delle Settimane dei Beni Culturali, ben tredici, che costituivano dei contenitori culturali tematici; delle sinergie con le istituzioni; del ruolo di Archeoclub nel recupero di beni culturali, come la chiesa di S. Michele a Savoca e il sito archeologico a Scifì; dei tanti progetti su S. Pietro, come il recupero dei libri dell’antico monastero e la creazione del museo esperienziale in corso; del progetto di mappatura con QRCode dei beni del comprensorio; dell’acquedotto romano di Mongiuffi Melia in sinergia con i Lions ad a sostegno degli studi dell’archeologo Dino Rapisarda; del Museo del Mare realizzato da Archeoclub e dal Comune a Furci; dei progetti di restauro di libri antichi a Itala, Mandanici, Casalvecchio; della creazione dell’Osservatorio dei beni culturali a sostegno delle politiche culturali dell’Unione; degli interventi sui beni immateriali e sullo studio delle tradizioni culinarie come veicolo di valorizzazione dei prodotti agricoli; i progetti di conferenze e di presentazione delle tesi di laurea sul territorio.
La premiazione
Al termine dell’evento, insieme alla torta celebrativa, sono state consegnate le targhe ricordo ai quattro presidenti che si sono succeduti alla guida della sede prima Val d’Agrò poi Area Jonica: Massimo Caminiti, Santino Mastroeni, Mimmo Costa e Filippo Brianni. La consegna è avvenuta sotto il manifesto originale del 1990 col primo logo, realizzato dall’architetto e docente di storia dell’arte, Rita Zanghì.