I dati del Registro imprese per il primo semestre: in aumento le aziende "attive", il segmento produttivo più consistente resta il commercio (34,1%)
REGGIO CALABRIA – Cresce ancora il numero delle imprese a Reggio Calabria e territorio metropolitano. Lo certificano i dati del Registro imprese per il primo semestre di quest’anno.
Più nuove aziende (1.285) che chiusure (971)
Positivamente registrata «una variazione dello stock superiore sia alle dinamiche regionali sia nazionali», fanno sapere dalla Camera di commercio reggina, con 1.285 nuove aziende attivate e 971 cessazioni: saldo positivo di 314 unità, crescita media superiore ai livelli medi pre-pandemici.
A fine giugno, le imprese reggine si computano dunque in 54.518: il 28,8% delle aziende dell’intera Calabria. Le imprese “attive” – ossia connotate da una reale attività produttiva per almeno sei mesi nel corso dell’anno – si attestano a 46.225: +1,1% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
Commercio, agricoltura & edilizia in pole position
Il dato disaggregato presenta poi, in continuità rispetto al passato anche recente, la preponderanza (66,9% del totale) delle imprese individuali; in cifre assolute, 36.072 (+1,1% sul 2021). Balzo percentuale (+5%) per le società di capitali, che costituiscono al 30 giugno scorso il 19,1% del totale delle aziende operative sul territorio metropolitano di Reggio Calabria.
In leggera ulteriore crescita le imprese femminili, che incarnano il 24% del totale, e di quelle giovanili (promosse cioè da “under 35”) che rappresentano il 10,8% del complesso delle imprese reggine. Stabile, nella sostanza, il numero delle aziende straniere.
E guardando ai singoli settori produttivi? La ‘maggioranza relativa’ spetta al commercio (18.624 imprese, cioè il 34,1% del totale), ma un altro dato ‘in controluce’ che emerge è che il 60% di tutte le aziende si concentra in tre soli settori (commercio appunto, 34,1%; agricoltura, 15,8%; costruzioni, 10,9%).
Tramontana: innovazione e digitalizzazione, fattori strategici
Secondo il presidente dell’Ente camerale Antonino Tramontana, i dati svelano che il sistema produttivo reggino «è stato in grado di resistere e di rispondere con dinamismo alle difficoltà imposte dalla crisi pandemica».
Specie per le start-up era scontato serbare timori in termini di concreta tenuta, in quanto «meno attrezzate dal punto di vista strutturale e della capacità finanziaria». Ma la risposta è stata eloquente, confermando che «il percorso di sviluppo socioeconomico del territorio è sempre più legato a fattori strategici quali innovazione e digitalizzazione che, assieme alla sostenibilità e alla qualificazione delle competenze e del capitale umano, danno valore e accrescono la competitività di tutto il sistema produttivo».